Dei fatti avvenuti a La Sapienza non si può far finta di nulla, né rimandare la riflessione. Le università sono spazi di vita, di condivisione: ogni giorno all’interno vi si muovono migliaia di giovani (nell’ateneo di Salerno sono 40.000) che, insieme a tutto il personale e all’utenza, hanno diritto a lavorare e trascorrere il proprio tempo in armonia e sicurezza.
Nel 2013 da rettore dell’Ateneo di Salerno ho ereditato una situazione ben diversa dall’attuale: le manifestazioni culturali giovanili in orari extra-didattici erano ospitate direttamente all’interno dei campus, nelle piazze centrali o nelle aree parcheggio con i relativi problemi di ordine e sicurezza.
Qual è stata la scelta? In accordo con gli studenti abbiamo deliberato in Senato Accademico e in Consiglio di Amministrazione un programma di gestione mirata delle iniziative culturali e sociali giovanili. L’accordo ha stabilito l’organizzazione delle attività diurne, autorizzate dall’Ateneo, all’interno degli spazi del campus, mentre per le manifestazioni e gli eventi notturni, programmate al di fuori dell’orario di apertura dei campus, è stata predisposta un’apposita “Area Manifestazioni”, la Piazza dei Giovani Unisa. La Piazza è uno spazio dedicato a loro, al nostro patrimonio più grande: gli studenti. In 2300 mq è un luogo di aggregazione altamente sicuro, dotato di punti di accesso e di uscita e di aree parcheggio totalmente autonome. Con una procedura consolidata in collaborazione con il comune di Fisciano e le forze dell’ordine, lo spazio viene di volta in volta autorizzato all’accoglienza delle manifestazioni a seconda delle richieste preventivamente vagliate dall’Ateneo.
Una decisione necessaria e complessa che ha richiesto non poche mediazioni e molti “no” pronunciati con fermezza, nella consapevolezza che garantire l’incolumità delle persone e la salvaguardia del patrimonio infrastrutturale dell’Ateneo fosse più importante rispetto al diritto di alcuni ad organizzare feste senza regole.
Sulla questione sicurezza degli studenti non si possono e non si devono fare passi indietro. E’ inaccettabile che i recenti fatti di Roma vedano ora un rettore rimasto solo quale responsabilità legale dell’Istituzione. Sono inaccettabili i fatti accaduti qualche tempo fa all’Università di Napoli laddove negli spazi universitari occupati dagli attivisti dei centri sociali alla presenza del sindaco De Magistris senza una condanna esplicita da parte degli organi di governo di Ateneo. E non meno incredibile è il passo indietro di un prestigioso Ateneo come Bologna rispetto alla decisione di ricorrere ai tornelli in biblioteca come sistema di controllo degli accessi notturni per arginare il fenomeno dello spaccio.
L’Università è il luogo primario della formazione e della crescita dei nostri giovani. Nessuna esitazione è possibile per la difesa delle nostre comunità.
Aurelio Tommasetti è professore ordinario di Economia Aziendale all’Università di Salerno, dove è Rettore. E’ membro del Consiglio Universitario Nazionale.
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