Boris Johnson, dopo una lunga serie di turni elettorali interni al Partito conservatore, è stato eletto leader dei Tories e quindi oggi con ogni probabilità diventerà premier britannico: la storia dell’Unione europea, adesso, può cambiare davvero.

Johnson è diventato l’acerrimo nemico degli europeisti. E non è stata una sorpresa la campagna mediatica del fango che s’è mossa nelle settimane precedenti. Tra le tante polemiche, quella che ha fatto più sorridere è legata ad un suo vecchio scritto del 2007 per il quale s’è preso dell’ ‘islamofobo’, e quindi uno che avrebbe messo a repentaglio il destino della Gran Bretagna, e tutto il resto del corredo degli insulti postmoderni. BoJo – come lo chiamano gl’inglesi – aveva scritto come fosse «straordinario pensare che sotto l’impero romano/bizantino, la città di Costantinopoli abbia mantenuto accesa la candela della conoscenza per mille anni, e che sotto il dominio ottomano non si vide a Istanbul la prima stampa fino alla metà del XIX Secolo. Qualcosa li ha tenuti letteralmente indietro di secoli». La considerazione del neo premier dalla dimensione economica arrivava a quella culturale per sfatare qualche mito senza provocare, ma slacciando la retorica dalla storia. 

Hanno provato a fargliela pagare, ma la verità è che BoJo non aveva scritto niente di assurdo o menzognero.

Il politicamente corretto ha riscritto la storia ed oggi nelle scuole occidentali in generale, dai manuali è stato cancellato, per esempio, che i saraceni saccheggiarono Roma nel 846, quasi quattro secoli prima delle crociate. Ogni dinamica storica è sovvertita per consegnarle agli studenti come un’aggressione cristiana contro i pacifici e buoni arabi-musulmani. La storia dei manuali post sessantottini insegna una visione negativa dell’Occidente cristiano ed enfatizza la forza innovatrice e geniale degli invasori arabo-islamici, presentati come quelli che ci avrebbero “civilizzato” regalandoci, finalmente, la scienza e la filosofia greca da noi, europei oscurantisti, trascurata.  L’europeo, oggi, è un complessato e disinformato e, pur erede della tradizione giudaico-cristiana e greco-romana, si lascia criticare e minacciare nell’ambito della sua stessa cultura. Un atteggiamento che ha portato al fantomatico debito della nostra civiltà contratto con quella arabo-musulmana. 

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L’islamicamente corretto, però, si permette di dimenticare l’industria schiavista dei Califfati arabo-musulmani e ottomani che per secoli hanno terrorizzato, a prezzo del sangue, tutte le coste del Mediterraneo. E ridotto in schiavitù milioni di slavi, di latini e di neri-africani.

Così come contrariamente all’immagine diffusa dal mito dell’età dell’oro andalusa i filosofi arabi non erano liberi di argomentare in materia di fede e teologica, dal momento che la filosofia stessa e la scienza contraddicono tutt’ora punti centrali di shari’a e Corano. 

Più in generale la fantomatica scienza araba di cui, a scuola ci hanno fatto imparare, siamo debitori, in realtà è la semplice trasmissione alla lingua araba, e da parte di essa, di opere conosciute dai bizantini e dagli assiri cristiani. 

Boris Johnson ha detto solo la verità, ma brucia.


Lorenza Formicola, giornalista e saggista, scrive per “Il Giornale” e la “Nuova Bussola Quotidiana”

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Saggista e pubblicista, è analista del mondo arabo e islamico. Si occupa di immigrazione e sicurezza, con una particolare attenzione alla nuova islamizzazione dell'Europa. Scrive soprattutto per "La Nuova Bussola Quotidiana", "Analisi Difesa" e "Il Giornale".