La svalutazione competitiva come strumento di rilancio dell’economia? La svalutazione esterna può ridare competitività all’economia, mentre oggi è possibile svalutare solo internamente. Come? Attraverso la distruzione dello Stato sociale, imponendo agli Stati politiche di austerity senza alcun senso né scientifico né pragmatico con il solo scopo di comprimere la domanda interna, facendo registrare un’alta disoccupazione strutturale e dei tassi di crescita decisamente lontani da quelli che ci si aspetterebbe da un’economia avanzata.

Immaginiamo l’economia come un centometrista, allenato bene, muscoloso a cui viene messo una busta della spesa in testa: ad un certo punto il nostro sportivo non riuscirà più a correre. Ecco, noi diciamo: toglietegli questa busta dalla testa! Tutto ciò si manifesta nell’economia nello stesso modo: i vincoli europei (la busta della spesa) non fanno correre il centometrista (l’Italia) che ad un certo punto crollerà al suolo (disoccupazione alta, disuguaglianze di reddito, distruzione dello Stato sociale).

Quindi dobbiamo parlare non solo di competitività, ma anche di domanda interna, di crescita, di una politica industriale che manca da troppi anni in questo Paese, che sappia guardare agli investimenti pubblici in settori strategici (infrastrutture, innovazione) in modo tale che la successiva crescita economica possa fungere da traino per gli investimenti e i consumi privati e abbattere il debito pubblico con la crescita e non con l’austerità.

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Prendetevi cura della disoccupazione e il bilancio si curerà da solo. Chi avrà mai detto questa frase? Qualche sovranista brutto e cattivo? No: John Maynard Keynes, il padre della macroeconomia moderna, non un neoliberista in preda a manie di onnipotenza.


Stefano Mastrillo è coordinatore della Lega Giovani nel XIV Municipio di Roma.