La mole di attacchi nei confronti di siti cristiani in Europa è in crescita esponenziale. Basta scorrere la lunga lista curata dal Gatestone Institute e pubblicata ad inizio anno per rendersi conto della gravità della questione. Francia, Germania, e poi Belgio, Gran Bretagna, Danimarca, Irlanda, Spagna ed anche Italia: ampia è la geografia dell’odio anti-cristiano.
Il think tank americano – il quale rileva che il 2019 è stato un anno record per numero di attacchi – denuncia una certa timidezza dei mezzi d’informazione ad occuparsi di questi fatti di cronaca, sovente omettendo informazioni sull’identità degli autori o liquidando gli stessi come malati mentali. Rari – si legge inoltre – sarebbero i procedimenti giudiziari all’indirizzo di tali teppisti.
Ma di che cifre parliamo? Dallo studio effettuato, emerge che nell’ultimo anno in Europa circa 3mila tra chiese, scuole e cimiteri sono stati vandalizzati, bruciati o saccheggiati: una media di cinque al giorno. Il Gatestone individua quattro grandi categorie che racchiudono le motivazioni di siffatti episodi: mero vandalismo, furto – nel testo si fa riferimento a “bande altamente organizzate” che utilizzano droni, mappe online e gps per identificare i propri obiettivi attraverso riprese aree e quindi tracciare anche le vie di fuga – motivazioni politiche ad opera di femministe ed anarchici (soprattutto in Spagna), nonché profanazioni che consistono in sfregi alle rappresentazioni sacre e furti di Ostie nelle chiese cattoliche.
Il quadro è scoraggiante, ma c’è, tuttavia, chi non è disposto ad accettare supinamente questa offensiva contro i simboli della nostra civiltà. Ad esempio Annie Genevard, deputata repubblicana francese, che ad aprile ha chiesto un’indagine parlamentare per comprendere la natura e le motivazioni degli attacchi e in un’intervista a “Le Figaro” ha affermato: “In un’epoca in cui regna il relativismo culturale più assoluto, è tanto più grave che alcuni dei nostri punti di riferimento più antichi e preziosi siano messi in pericolo. Una civiltà che nega e si allontana dal suo passato è destinata a perdersi. Penso che ciò sia preoccupante e che sia necessaria una forte risposta politica”.
Federico Cenci, giornalista, scrive, tra gli altri, per “Cultura Identità” e il “Quotidiano del Sud”.
Giornalista e scrittore, ha lavorato per l’agenzia di stampa cattolica "Zenit" e per "In Terris". Attualmente collabora con varie testate, tra cui "Il Quotidiano del Sud", "Culturaidentità", "International Family News". Per Eclettica Edizioni ha dato alle stampe nel maggio 2020 il libro Berlino Est 2.0 - Appunti tra distopia e realtà.
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