È noto come la pervasiva e oppressiva egemonia della Sinistra nelle università sia una questione comune all’Italia e a gran parte dell’Occidente. Negli USA la disponibilità di dati ha permesso di quantificare l’enorme sproporzione in seno al corpo docenti, cosa che ha portato a censure, ad abusi e a riformulazioni partigiane dei corsi. A completare il quadro di quanto sappiamo, giunge ora una nuova statistica: gli impiegati delle otto università elitarie note come “Ivy League” (“lega dell’edera”) negli ultimi tre anni hanno concentrato le loro donazioni politiche a candidati di Sinistra. E per concentrazione si intende che oltre il 99% – secondo l’analisi fatta da “The College Fix” – è andata ad esponenti democratici.
Ovviamente il fatto che il Partito Democratico sia impegnato in primarie competitive aiuta a spiegare il maggior impegno nel finanziare candidati di quel partito, ma non può giustificare uno sbilanciamento tale per cui praticamente tutte le donazioni, salvo pochi spiccioli ($ 15.278 su $ 1.708.121), siano finite a sinistra. E di quel 99,1% di donazioni destinate a esponenti democratici, a fare la parte del leone sono proprio i due candidati considerati più radicalmente a sinistra: Bernie Sanders e Elizabeth Warren. Nello specifico, la Warren raccoglie il 35,7% dei contributi e Sanders il 26,6%.
Certo: le otto università sono tutte nel New England e la Warren è del Massachusetts e Sanders del Vermont; la Warren ha pure insegnato in due di quegli atenei ed il marito è tutt’ora docente a Harvard. Ma laureati in università dell’Ivy League sono pure Buttigieg, Klobuchar e Trump, eppure Sanders e la Warren da soli si prendono i 2/3 dei fondi. In particolare Trump, laureato all’Università della Pennsylvania e Presidente in carica, ottiene solo lo 0,7% delle donazioni.
È evidente che logiche di prossimità geografica o di connessione tra ex docenti e studenti abbiano pesato solo in parte nel determinare questo quadro. Ciò che esso ci racconta è come il personale dell’Ivy League sia pressoché interamente schierato a sinistra e, all’interno di tale ambito, scelga coloro che di sinistra lo sono più radicalmente. Scelta insolita per università elitarie, in cui i professori hanno spesso stipendi astronomici (il marito della Warren, ad esempio, ha un salario annuale di $ 400.000) e dove le rette non sono da meno? Infatti è risaputo che a Brown, Columbia, Cornell, Darmouth, Harvard, Pennsylvania, Princeton e Yale si formino prevalentemente i rampolli dell’alta borghesia americana e internazionale (con, per inciso, afro-americani e ispanici, le minoranze tanto vezzeggiate dai liberal americani, sotto-rappresentati rispetto al loro peso numerico nel Paese).
Sorprendente dunque che ambienti tanto privilegiati siano così pendenti verso l’estrema Sinistra? No di certo, per chi abbia seguito il mutamento politico in atto negli ultimi decenni, e in particolare negli ultimi anni, in tutto l’Occidente: i ceti medio-bassi, danneggiati dalla globalizzazione, si sono spostati verso destra, mentre la Sinistra è divenuta portavoce di una “nuova classe” abbiente cosmopolita. Il comportamento dei privilegiati dell’Ivy League non fa che confermare la tendenza.
Daniele Scalea è Presidente del Centro Studi Machiavelli.
Fondatore e Presidente del Centro Studi Machiavelli. Laureato in Scienze storiche (Università degli Studi di Milano) e Dottore di ricerca in Studi politici (Università Sapienza), è docente di "Storia e dottrina del jihadismo" presso l'Università Marconi e di "Geopolitica del Medio Oriente" presso l'Università Cusano, dove in passato ha insegnato anche in merito all'estremismo islamico.
Dal 2018 al 2019 è stato Consigliere speciale su immigrazione e terrorismo del Sottosegretario agli Affari Esteri Guglielmo Picchi; successivamente ha svolto il ruolo di capo della segreteria tecnica del Presidente della Delegazione parlamentare presso l'InCE (Iniziativa Centro-Europea).
Autore di vari libri, tra cui Immigrazione: le ragioni dei populisti, che è stato tradotto anche in ungherese.
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