di Trader

Qualche mese fa JK Rowling, autrice della famosa serie di libri per bambini Harry Potter, era intervenuta in difesa di una ricercatrice (femminista) licenziata per l’orrendo crimine di aver affermato che esiste una differenza biologica tra donne e trans-donne (ossia uomini che fanno uso di terapie ormonali e/o operazioni chirurgiche). La Rowling – in precedenza icona LGBT per aver cambiato ex post l’orientamento sessuale di alcuni dei personaggi dei suoi libri, oltre che notoria attivista anti-Brexit e pro clandestini – fu sottoposta alla solita ondata di insulti da parte di stampa ed attivisti del mondo liberal e temporaneamente messa a silenzio.

Forse perché ormai non vi è molto da perdere (i suoi milioni di libri li ha venduti, poco importa se li bruciano, come sta già accadendo), l’autrice ha deciso di insistere: “La negazione delle differenze di genere cancella la realtà globale delle donne”. E ancora: “Dire la verità non è odio”.

Curioso questo ultimo commento, che potrebbe essere esteso ad una svariata lista di argomenti tabù per l’elite liberal odierna. Per quanto riguarda invece la cancellazione della realtà delle donne, un esempio eclatante è quello degli sport, dove a donne-trans è permesso partecipare in competizioni femminili di lotta (!), ciclismo, corsa, con prevedibili risultati umilianti per le concorrenti (biologicamente) femminili.

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A seguito di una seconda ondata di minacce di morte e/o stupro, la Rowling ha poi triplicato, andando a toccare l’utilizzo di terapie di conversione ormonali su bambini pre-adolescenti. In Gran Bretagna il governo nel 2018 ha dovuto aprire un’inchiesta a causa di un aumento del 4000% nel numero delle richieste per tale categoria d’età. La terapia in sé è controversa: molte persone che ne fanno utilizzo poi cambiano idea, ritrovandosi con un corpo rovinato ed una vita di disturbi psichiatrici. Carl Henegan, professore di medicina dell’Università di Oxford, l’ha definita un gigantesco esperimento senza regole sui bambini.

Assistiamo dunque all’implosione della coalizione progressista, dove femministe e mondo LGBT sono ormai ai ferri corti. Una guerra fatta di censure, campagne diffamatorie e clima di terrore di dire qualcosa che possa in qualsiasi modo offendere qualcuno da qualche parte del mondo.

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