di Luca Marcolivio
È passato relativamente in sordina l’ennesimo “strano caso” nel ginepraio del post-pandemia. Se, poi, c’è di mezzo l’Arcigay o qualche altro soggetto a tinte arcobaleno, a maggior ragione, l’effetto detonatore è garantito. Tutto nasce a seguito di una “semplice visura camerale”, con cui la Lega ha scoperto l’identità di una delle undici società appaltatrici per la fornitura dei nuovi banchi scolastici a rotelle. Si tratta di Nexus Made srl, un’azienda con un solo dipendente, 4000 euro di capitale e sede nel medesimo stabile dell’Arcigay di Ostia. Nexus è beneficiaria di un super-appalto di 45 milioni di euro, concluso il 26 agosto per la fornitura di 180mila banchi scolastici.
Lo scandalo è emerso a seguito di un’interrogazione al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, firmata da tutto il gruppo della Lega alla Commissione Finanze della Camera, affiancato da altri compagni di partito a Montecitorio. Secondo quanto rilevato dai parlamentari leghisti, guidati dall’onorevole Claudio Borghi, la Nexus “si occupa di tutto fuorché di banchi scolastici, ossia: organizzazione di manifestazioni, eventi, mostre, fiere, congressi”. La richiesta del governo era invece per 180mila banchi, di cui 20mila da consegnare entro il 12 settembre e gli altri 160mila entro il 31 ottobre. Messa con le spalle al muro, Invitalia è stata costretta alla risoluzione del contratto: “In particolare, le verifiche effettuate sui prodotti offerti dalla Nexus made srl hanno evidenziato che i banchi, di cui si è richiesto un prototipo, non corrispondevano alle caratteristiche indicate in sede di gara”, si legge in una nota dell’ente guidato da Domenico Arcuri.
Non è finita: come segnalato da Claudio Borghi su Twitter, il titolare dell’azienda appaltatrice, Franco Aubry, risulterebbe essere elettricista presso Sater 4 Show, un’altra società, con la stessa sede di Nexus, che fa servizi per eventi anche del Governo. Inoltre, in base al bilancio d’esercizio 2019, Nexus fattura 400mila euro ma, stando a quanto emerge dalla visura, il capitale sociale è di appena 4000 euro. Come se non bastasse, la società in questione risulta priva sia di un sito internet, sia di recapito telefonico fisso o mobile. E le altre dieci ditte appaltatrici? Invitalia si riserva di renderne noti i nomi solamente quando saranno state ultimate “le verifiche di tutti i contratti” (SIC). Sul sito www.governo.it, intanto, non c’è alcuna traccia del blocco della gara d’appalto di Nexus. Alla faccia dell’emergenza e della trasparenza.
Saggista e giornalista professionista, è accreditato alla Sala Stampa della Santa Sede dal 2011. Direttore del webmagazine di informazione religiosa"Cristiani Today", collabora con "La Nuova Bussola Quotidiana"e"Pro Vita & Famiglia". Dal 2011 al 2017 è stato caporedattore dell’edizione italiana di "Zenit".
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