di Nicola De Felice
La presa di Roma fu l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia. Avvenuta il 20 settembre 1870, decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. Ma oltre a commemorare tale decisivo avvenimento nazionale, ritengo valga la pena rammentare l’attacco della nostra Marina a Gibilterra durante la Seconda guerra mondiale.
Nella notte tra il 19 e 20 settembre 1941 il leggendario sommergibile Scirè, comandato dal pluridecorato Capitano di Fregata Junio Valerio Borghese, giunge furtivo nella rada di Algesiras, in Spagna. È a pochissime miglia dalla munitissima ed imprendibile Gibilterra – territorio inglese – e si adagia guardingo sul fondale della rada, in attesa del momento propizio per il rilascio degli incursori italiani. La più devastante unità di assalto subacqueo di tutti i tempi inizia la sua temeraria azione di attacco, liberando i palombari ed i tre mezzi nelle gelide e scure acque anglo-spagnole.
L’Operazione BG 4 entra nel vivo: sei uomini dalla tempra eccezionale, a cavallo dei loro micidiali siluri, affrontano e superano le pericolose ostruzioni costiere, forzano le difese del porto, base navale inglese mai violata. Il valore, il coraggio e la perizia degli uomini della “Decima”, come riconosciuto dal nemico stesso, non ha pari al mondo. I 6 subacquei rilasciati in acqua dallo Scirè hanno l’ordine di attaccare le maggiori unità nemiche. Nel caso sorgessero difficoltà impreviste, l’ordine prevede di ripiegare sugli obiettivi secondari, ormeggiati in rada. Il sommergibile Scirè, eseguito il rilascio dei suoi tre mezzi speciali, si allontana con la massima cautela dalla rada di Algesiras ed all’alba è già fuori dallo stretto. In seguito all’attacco, per tutta la durata dei giorni 20 e 21 settembre è fatto oggetto di un’accanita, rabbiosa, ma vana caccia da parte delle unità navali, di ricognitori ed aerei antisommergibile inglesi. Il 25 settembre lo Scirè rientra indenne e trionfante nel porto di La Spezia.
Nel frattempo, i tre SLC (Siluri a Lenta Corsa) – pilotati rispettivamente dal Tenente di Vascello Decio Catalano col Sottocapo Giuseppe Giannoni, dal Tenente di Vascello Amedeo Vesco col Sottocapo Antonio Zozzoli e dal Tenente di Vascello Licio Visintini col Sottocapo Giovanni Magro – violano le pericolose ostruzioni del porto, eludono l’attenta sorveglianza nemica e posizionano le cariche esplosive sotto gli scafi degli obiettivi assegnati. L’incrociatore ausiliario Durham di 15.893 tonnellate, la nave attaccata dal primo SLC, si immerge di poppa per effetto della violenta esplosione. La petroliera Fiona Shell, di circa 8.000 tonnellate, attaccata dal secondo SLC, si spezza in due tronconi all’altezza del fumaiolo. Una seconda petroliera, la Demby Dale di 17.000 tonnellate ed una più piccola ormeggiata accanto si appoggiano sul fondo dopo l’esplosione dovuta all’attacco del terzo SLC.
L’Operazione BG 4 si conclude con un enorme successo. Gli inglesi, colpiti nel morale e nell’orgoglio, non si capacitano di tanta professionalità e del grande coraggio da parte dei marinai italiani. Un successo che sarà il preludio dell’altrettanto clamoroso attacco ad Alessandria di tre mesi dopo, sempre da parte dei reparti subacquei incursori della Marina, che portò all’affondamento delle corazzate Valiant, Queen Elizabeth ed altro naviglio minore. Il colpo vibrato dai mezzi d’assalto italiani contro il porto di Alessandria, riducendo ulteriormente il potenziale navale inglese, sanzionò l’inizio di un lungo periodo di supremazia dell’Asse nel Mediterraneo orientale.
Senior Fellow del Centro Studi Machiavelli. Ammiraglio di divisione (ris.), già comandante di cacciatorpediniere e fregate, ha svolto importanti incarichi diplomatici, finanziari, tecnici e strategici per gli Stati Maggiori della Difesa e della Marina Militare, sia in Patria sia all’estero, in mare e a terra, perseguendo l'applicazione di capacità tese a rendere efficace la politica di difesa e di sicurezza italiana.
SLC, per la Regia Marina stava per Siluro a LUNGA Corsa, così come voluto dai due “papà”: Tesei e Toschi.