di Giovanni Giacalone

Il Regno Unito è da mesi alle prese con un vero e proprio assalto di barche e motoscafi, i cosiddetti “dinghies”, carichi di immigrati clandestini che salpano dalle coste della Francia settentrionale per attraversare le turbolente acque della Manica e raggiungere la “terra promessa” dove tutto è facile e gratuito; questa almeno è l’immagine che viene loro data, in parte dai trafficanti. Basti pensare che soltanto nella giornata di venerdì 11 settembre ben 52 imbarcazioni hanno raggiunto le coste del Regno Unito, come denunciato dal leader del Brexit Party, Nigel Farage.

Le dinamiche sono molto simili a quelle viste da anni nel Canale di Sicilia, con le imbarcazioni della Guardia Costiera britannica e la Border Force che vengono utilizzate come taxi del mare per raccogliere gli immigrati e portarli sulla terra ferma.

Non solo: perché in almeno due occasioni Farage è riuscito a video-documentare casi di “hand-over, ovvero la Marina Militare francese che scorta immigrati (a bordo di “dinghies”) in acque territoriali britanniche dove vengono poi raccolti dalla Border Force britannica. Il leader del Brexit Party illustra anche come la propria troupe abbia ricevuto minacce via radio sia dalla nave francese sia dalla Guardia Costiera britannica, per dissuaderli dal documentare i fatti.

C’è poi la questione degli hotel utilizzati come centri di permanenza per immigrati irregolari, come ampiamente documentato sia da Farage sia da Britain First, i cui attivisti si sono recati in varie strutture a Londra, Newcastle, Coventry, Wakefield, Halifax e Birmingham. Una troupe di Britain First, recatasi all’Holiday Inn Express di Hoylake, ha documentato il degrado causato dagli ospiti dell’hotel, come spiegato da Ashlea Simon, organizzatrice di BF per l’Inghilterra settentrionale: “Questo hotel è pieno di immigrati, erano dietro i vetri, abbiamo visto tutto quello che buttano dalle finestre, calzini, resti di cibo, immondizia, tutto a carico dei contribuenti…”. Il 16 settembre un’altra troupe di BF è entrata all’interno del Rock Hotel di Halifax ed ha documentato la presenza di alcuni rifugiati, prima di essere cacciata in malo modo dai gestori della struttura, i quali hanno tenuto a precisare come gli osservatori non fossero affatto graditi.

La lettera inviata dalla St.Paul’s School

Un altro episodio allarmante riguarda poi la lettera inviata dalla St. Paul’s School for Girls di Birmingham ai genitori delle allieve, nella quale si consiglia loro di far evitare alle proprie figlie la fermata del bus nei pressi dello Strathallan Hotel, recentissimamente riconvertitosi in centro per immigrati richiedenti asilo.

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Insomma, la vita dei britannici è progressivamente stravolta dalla crescente presenza di immigrati irregolari, con tutte le rispettive problematiche e senza che le autorità si attivino per far fronte all’emergenza. Le misure annunciate da Londra per fermare l’invasione sono finora risultate insufficienti e la Francia dal canto suo non ha alcun interesse a fermare le partenze.

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Ricercatore del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Laureato in Sociologia (Università di Bologna), Master in “Islamic Studies” (Trinity Saint David University of Wales), specializzazione in “Terrorism and Counter-Terrorism” (International Counter-Terrorism Institute di Herzliya, Israele). È analista senior per il britannico Islamic Theology of Counter Terrorism-ITCT, l’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies (Università Cattolica di Milano) e il Kedisa-Center for International Strategic Analysis. Docente in ambito sicurezza per security manager, forze dell’ordine e corsi post-laurea, è stato coordinatore per l’Italia del progetto europeo Globsec “From criminals to terrorists and back” ed è co-fondatore di Sec-Ter- Security and Terrorism Observation and Analysis Group.