di Davide Lanfranco

Virologi e politici covid-isti, dopo la pausa estiva, sono tornati in pista per dibattere sulla nuova ondata di infetti da Covid-19 (come se il morbo fosse sparito da giugno ad agosto). Essendo un totale ignorante in merito non aggiungerò le mie personali baggianate a quelle che già sento, ormai da sei mesi, sul tema della “pandemia più pazza del mondo”. Dico solo che ho la sensazione che pure gli “espertoni” ci capiscano ancora poco del virus cinese (comunque ora di più che a marzo ed è cosa buona) e quindi, come tutti, cerco di tutelarmi e tutelare chi mi sta attorno, senza trasformare la mia vita in un trattamento sanitario obbligatorio permanente. Non so, perciò, se quella che viviamo ora sia la temuta “seconda ondata del contagio” o solo la coda della “prima ondata”, però, a breve, uno tsunami potrebbe travolgerci: lo Tsunami-Povertà. Sarà innescato dai licenziamenti a catena che si potrebbero verificare quando scadrà il divieto di licenziamenti introdotto col Decreto c.d. Cura Italia e prorogato di fatto fino al 31 dicembre (seppur non con la formula della “scadenza mobile”).

Chiaramente non avendo la “sfera di cristallo” ed essendo le previsioni economiche suscettibili di continue smentite perché influenzate da tantissime variabili, cosa accadrà nel futuro prossimo non può essere dato per certo, ma i segnali sono al momento pessimi sul fronte lavoro. A livello internazionale due “colossi” hanno già annunciato che saranno costretti ad una sensibile riduzione del personale per le conseguenze economiche della “Pandemia”.

La Disney, ha già comunicato, causa virus, 28mila licenziamenti per il mercato americano, mentre l’impatto della crisi sul settore petrolifero porterà sicuramente ad una drastica riduzione dei dipendenti, almeno dell’olandese Royal Dutch Shell (loro che sono politicamente corretti la chiamano “ristrutturazione produttiva verso la sostenibilità” ma in concreto manderanno a casa tanta gente). Questo avviene sul versante internazionale e riguarda società multinazionali con enormi linee di credito e capitali ingenti. Cosa accadrà ai dipendenti delle tantissime medie e piccole imprese che danno lavoro a tanti italiani?

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La prospettiva è che il 2021 si apra con una Waterloo dell’occupazione nel Belpaese mentre si continua a discutere di fantasmagorici vaccini (non pervenuti) e se sia giusto o meno indossare una mascherina. Fosse vivo John Maynard Keynes aggiornerebbe il suo capolavoro Le conseguenze economiche della pace con un nuovo capitolo: “Le conseguenze economiche del Covid”. Ho la certezza che, come la prima stesura, anche questa se fosse pubblicata non verrebbe letta con attenzione da chi di dovere.

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Laureato in Sociologia (Università La Sapienza di Roma) con Master in Economia e Finanza degli Intermediari Finanziari (Università LUISS). Da vent’anni lavora per lo Stato Italiano nel settore delle Forze di Polizia.