Riportiamo di seguito, tradotta in italiano, la difesa della posizione magiara in merito al nuovo bilancio dell’UE pubblicata da Judit Varga, Ministra della Giustizia ungherese.
Lasciateci chiarire alcune cose alla vigilia della decisione finale sul bilancio UE; cose riguardanti la relazione tra Ungheria e Unione, siccome durante i lunghi negoziati le istituzioni dell’UE, alcuni Stati membri e l’opposizione interna hanno incluso molte questioni in mezzo ai numeri.
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L’Ungheria non ha mai combattuto contro l’Europa, ma sempre per l’Europa e per il futuro europeo dei nostri figli e nipoti.
- L’Ungheria concorda coi padri fondatori dell’Unione che l’Europa o sarà cristiana e umanista o non sarà.
- La grande maggioranza degli ungheresi e degli europei crede fermamente che l’Europa non debba abbandonare la sua identità né i valori fondamentali che l’hanno resa il continente migliore in cui vivere al mondo.
- Al momento del suo ingresso nell’UE (2004), l’Ungheria non disse sì a un’Europa federale, o al globalismo, e specialmente non agli Stati Uniti d’Europa, ma a un’alleanza di reciproco sostegno e rispetto basata su forti Stati-nazione.
- Quando aderimmo, non rinunciammo a quella parte di sovranità nazionale che permette di decidere con chi vogliamo vivere nel nostro stesso Paese.
- Non acconsentimmo a unirci all’UE perché Bruxelles potesse decidere per noi cosa considerare una famiglia, cosa chiamiamo “matrimonio” e chi possa adottare bambini in Ungheria e a quali condizioni.
- Non è vero che l’Ungheria non sia stata solidale con gli altri Stati membri durante la crisi migratoria, avendo essa speso centinaia di miliardi di fiorini per proteggere i confini europei e per provare ad aiutare a casa loro le persone in difficoltà; perché crediamo che non si debbano portare le difficoltà in Europa, ma l’aiuto laddove ci sono coloro che ne hanno bisogno.
- Non è stata l’Ungheria ad attaccare altri Stati membri per la loro politica migratoria, ma sono stati loro ad attaccarci per la nostra.
- Non è stata l’Ungheria ad attaccare Bruxelles e altri Stati membri con accuse inventate, ma sono loro che ci attaccano col pretesto dello stato di diritto.
- Non siamo noi a criticare Stati membri dove non c’è una corte costituzionale, o dove il governo ordina direttamente l’azione penale, o dove i giudici sono nominati da attori politici, ma sono loro a criticare noi.
- Non siamo noi a invocare lo stato di diritto in quegli Stati membri dove negli ultimi tempi si assiste a costanti e brutali attacchi contro i cristiani e le atrocità anti-semite stanno diventando più frequenti; ma sono loro a invocarlo contro di noi.
- A dispetto delle affermazioni dell’opposizione ungherese, i sussidi e fondi di coesione dell’UE non sono donazioni caritatevoli ma pagamenti cui l’Ungheria ha diritto sulla base dei Trattati UE. In cambio di questi fondi, l’Ungheria si impegnò molto all’epoca dell’ingresso: aprendo i suoi mercati, rinunciando a dazi e altre entrate, trasponendo l’intero acquis comunitario, accettando il libero movimento dei capitali (permettendo investimenti senza restrizioni dalle compagnie europee occidentali ad alta intensità di capitale). Inoltre l’Ungheria dà significativi contributi al bilancio comune dell’Unione.
- Non è l’Ungheria a ricattare ed esercitare pressioni su Bruxelles nei negoziati, ma è Bruxelles che ricatta noi.
Chiunque conosca la storia ungherese sa esattamente che, quando si tratta del futuro dei nostri figli e nipoti, il popolo magiaro e l’Ungheria non scendono a compromessi: che si tratti d’una guerra d’indipendenza o di un semplice veto. “Perché l’acqua scorre e solo la roccia rimane: ma quella rimane”.
La responsabilità del veto è su coloro che hanno consentito ai dibattiti ideologici di prendere in ostaggio il pacchetto di salvataggio, violando l’accordo di luglio tra i capi di Stato e di governo. L’Ungheria ha rispettato tutti i trattati UE e l’accordo di luglio. L’Ungheria non ha mai venduto nulla “a scatola chiusa”. Il futuro dell’Ungheria può essere deciso solo dal popolo ungherese.
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