di Raffaele Ciampa

Siamo davvero sicuri che una rielezione di Trump avrebbe rappresentato / rappresenterebbe una catastrofe? Che in questi quattro anni abbia fallito? Vediamo i suoi risultati.

In termini economici, ha portato l’economia americana nell’ultimo trimestre ad un +34 % , dimezzando la disoccupazione accumulata per la crisi sanitaria e portando il pil ad un +36,5 % annualizzato (lo dice la FED). Durante il suo mandato ha attuato una riforma delle tasse con la quale ha allentato la pressione fiscale sulle imprese portandola dal 35% al 21%, scelta che si è rilevata corretta non solo perché ha permesso a più imprese di concorrere sul mercato, ma pure perché con ciò ha ottenuto degli effetti considerevoli sull’occupazione, avendo consentito alle imprese di fare nuove assunzioni. Infatti si è registrato anche un aumento dei salari (quasi del 2%) tra il 2018 e il 2019.

Insomma, dal punto di vista occupazionale Trump ha avuto grandi meriti: un tasso di disoccupazione così basso (3,5%) non lo si aveva dal 1969 (era al 3,7 %) e con lui i posti di lavoro sono aumentati di 6,4 milioni. Nei primi tre anni di presidenza, Trump ha registrato una crescita del pil del 2,5%, rispetto al 2,3% degli ultimi 3 anni della presidenza Obama. Per la prima volta, con lui il tasso di disoccupazione degli afroamericani è arrivato al 5,4%  (rispetto al 7,5% toccato sotto Obama), e anche ora, dopo la tempesta Covid, è comunque al 10,8%.

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In piena pandemia grazie al Cares Act, un programma di sussidi dal valore di 2,3 trilioni (il più alto nella storia), sono stati dati ad ogni americano che ne avesse fatto richiesta $1200, $2500 alle coppie e $ 500 in più per ogni figlio a carico. Nel contempo sono stati posticipati il pagamento delle tasse dell’anno 2019 al 15 luglio 2020 (negli usa il termine per la dichiarazione  dei redditi è il 15 giugno, mentre quello del pagamento delle tasse è il 15 aprile).

In politica estera Trump ha ottenuto risultati migliori dei suoi predecessori, non iniziando nessuna guerra e facendo accordi importantissimi di tenuta mondiale: pensiamo alla Corea del Nord o al Medio Oriente (dove i suoi predecessori hanno sulla coscienza Iraq, Siria e Libia). Bisogna menzionare anche il ritiro di truppe da Afghanistan e Siria. Inoltre è stato l’unico a denunciare la Cina per aver nascosto i dati sul Covid e l’Oms per i suoi silenzi.

Studente universitario di giurisprudenza. Appassionato di politica estera.