di Giuseppe Adamo
A fine dicembre il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ha annunciato un disegno di legge per tutelare la libertà di espressione via internet.
Secondo le anticipazioni della conferenza stampa, il progetto prevedrà l’impossibilità da parte delle piattaforme social di rimuovere qualsiasi contenuto che non vada esplicitamente contro la legge polacca; in caso di controversia sarà prevista la possibilità di fare appello attraverso un tribunale speciale simile a quello per la protezione della proprietà intellettuale. L’intera procedura sarà digitale e i tempi massimi per arrivare ad una decisione saranno sanciti esplicitamente. Il Ministro ha annunciato che le piattaforme che non si adegueranno a questi standard rischieranno sanzioni fino a 2 milioni di euro.
Ziobro ha poi aggiunto che tale intervento legislativo è motivato dalle censure eclatanti e ideologicamente motivate che di recente hanno colpito anche il mondo politico polacco, prima ancora dell’affare Trump, come la totale rimozione della pagina del famoso deputato Janusz Korwin Mikke, uno dei leader del partito libertario-conservatore “Konfederacja” di opposizione al governo.
Il viceministro Sebastian Kaleta, riguardo il progetto di legge, ha spiegato durante un’intervista per “Wpolityce” che il governo intende con tale mossa riaffermare la sovranità dello Stato come unica istituzione avente diritto a definire il cosiddetto “incitamento all’odio”, e ha paragonato tale disegno al codice stradale, inesistente duranti i primi anni di circolazione dell’automobile.
Il susseguirsi delle vicende negli Stati Uniti ha poi ingigantito il dibattito con l’intervento, ieri, del primo ministro Mateusz Morawiecki, che ha voluto esporsi in prima persona per affermare che la Polonia si batterà sempre per garantire la libertà di parola e paragonando la nuova censura all’interno dei social media al modus operandi degli agenti di sicurezza durante l’era comunista. Il messaggio, apparso sulla sua pagina Facebook, si è concluso con l’augurio di raggiungere presto degli standard comunitari che possano dare le stesse garanzie a sostegno della libertà di espressione in tutta l’Unione Europea.
Non è ancora chiaro quando il disegno di legge verrà finalizzato e mandato alle relative commissioni parlamentari, ma fonti governative assicurano che non tarderà ad arrivare. La paura che i colossi del web possano influenzare arbitrariamente la scena politica mondiale si fa sempre più consistente, e la Polonia potrebbe diventare pioniera sulla legislazione atta a regolarizzare il potere illimitato dei social in merito alla rimozione dei contenuti pubblicati online.
Giuseppe Adamo, studioso di Europa Centro-Orientale con base in Polonia, è membro della fondazione e scuola di formazione politica “Służba Niepodległej”, Laureato in Studi Europei (Università Cattolica di Lublino) e in Relazioni Internazionali (Università di Varsavia). Ha lavorato per il Ministero degli Affari Esteri polacco.
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