di Cecilia Cappelletti
Dovremmo essere, se non proprio rassegnati, quantomeno abituati a vedere diritti costituzionalmente garantiti compromessi e/o limitati a causa, o a scusa, della pandemia in corso. Eppure, fortunatamente, ancora così non è. E tutte le volte che un diritto viene leso riusciamo, non tutti ma molti, ancora a scandalizzarci.
Nell’ambito delle prime misure emergenziali, quindi con il DPCM di marzo 2020, il Governo Conte 2 dispose la sospensione di tutte le procedure di rilascio degli immobili, i cd. “sfratti”, sia per morosità sia per finita locazione; la motivazione, legata appunto alla pandemia, era che le limitazioni agli spostamenti personali rendevano impossibile, per gli inquilini, reperire un nuovo alloggio e quindi traslocare. Poi, come è noto, vi è stato un susseguirsi di “proroga della proroga”, “eccezione dell’eccezione” e le procedure esecutive ripartiranno, a singhiozzo sulla base della data del provvedimento di rilascio, da ottobre 2021; chi è del settore sa bene che in realtà dall’inizio dell’esecuzione al rientro in possesso effettivo dell’immobile, da parte del proprietario, passerà del tempo… ed occorreranno soldi!
È del tutto evidente che da marzo 2020 ad oggi, ossia a distanza di 15 mesi, la motivazione del blocco degli sfratti non è più quella della limitazione degli spostamenti ma una malcelata forma di assistenzialismo statale sulla pelle di quei cittadini, colpevoli di essere proprietari di un immobile concesso in locazione, che sono stati, di fatto, espropriati per pubblica utilità. E qui entra – diciamo – in gioco la nostra Costituzione la quale, se all’art. 42 I e II comma riconosce e garantisce la proprietà privata, al III comma prevede che “la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”.
Ecco, quel “salvo indennizzo” è rimasto del tutto inattuato; non solo non c’è stato alcun indennizzo per quei proprietari vittime dell’esproprio statale e di un’occupazione abusiva legalmente tutelata da parte di locatori morosi (morosità spesso risalente al periodo pre-Covid), ma vi è di più: agli stessi proprietari-vittime, il 16 giugno, verrà chiesto il pagamento della prima rata dell’IMU! Un’ingiusta ed iniqua patrimoniale su di un bene non produttivo di reddito, di cui non dispongono né disporranno ancora per molto tempo per disposizione statale. La Costituzione grida vendetta non solo dall’art. 42 ma da molti altri articoli ( artt. 3, 24, 47, 77) ed alcuni Giudici hanno sollevato dinanzi alla Consulta questione di costituzionalità sul blocco degli sfratti.
Il Governo, pertanto, non solo ha il dovere di provvedere con adeguate forme di ristoro ma deve assolutamente intervenire per cancellare l’IMU, accogliendo l’emendamento presentato dalla Lega al decreto sostegni bis. Vogliamo evitare che, oltre al danno, ci sia la beffa.
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Firenze, è Avvocato cassazionista iscritta all’Ordine di Firenze. Consigliere comunale della Lega a Pontassieve (FI) e consigliere della Città Metropolitana di Firenze nel gruppo "Centrodestra per il cambiamento".
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