di László Földi

L’arte della guerra consiste da un lato nello scontro e, dall’altro, in una metodologia eseguita ad arte. I conflitti nell’antichità e, naturalmente, nel nostro tempo, sono spesso finiti in aspre battaglie in cui si poteva solo vincere o essere sconfitti. Nessun compromesso era possibile. Del resto è proprio per quello che si era arrivati a fronteggiarsi in battaglia.

Vista da questa prospettiva, ci accorgiamo che oggi la normalità (i valori fondamentali dell’esistenza umana) affronta una grande minaccia: il tentativo di permeare la nostra coscienza con una specie di degenerazione. Non abbiamo scelta; dobbiamo raccogliere il guanto di sfida che ci viene lanciato. Finora sembrava naturale difendere la normalità fingendo indifferenza, sorridendo delle assurdità altrui. Noi, che siamo la maggioranza, abbiamo semplicemente vissuto normalmente fino ad ora e in questo modo, pensavamo, saremmo stati in grado di proteggere il nostro mondo. Ma è ormai chiaro che se vogliamo vincere bisogna cambiare approccio e capire che “la migliore difesa è l’attacco”.

A questo scopo noi, fondatori e operatori della Fondazione “Società Sicura”, prendiamo la difesa dei nostri valori e società sotto attacco e dichiariamo guerra all’ideologia nociva e alle pratiche inaccettabili della Open Society Foundation, che nega i valori fondamentali della normalità. Noi – la maggioranza – tolleriamo la fede di coloro che praticano religioni diverse dal cristianesimo; tolleriamo le preferenze sessuali; ma non tolleriamo né condoniamo l’accettazione sociale della perversione. Quest’ultima è una tragedia personale dell’individuo che non può far parte di un sistema normativo. Contrastiamo tutti gli atti diretti contro i minori, sia a parole sia a fatti.

Per la Fondazione Società la sfida è preservare l’esistenza di una società normale, ossia tradizionale. Crediamo nella diversità, nel pluralismo politico e nell’interdipendenza delle nazioni, ma ci opponiamo ai due pesi e due misure, all’offuscamento delle culture nel mondo globalizzato. Tutti i tentativi di eliminare le nazioni sono falliti in passato e falliranno in futuro. Un mondo uniformemente “meticcio” distruggerebbe tutto ciò che l’umanità ha raggiunto finora. I Paesi degli Stati Uniti e dell’Europa Occidentale stanno affrontando crisi senza precedenti negli ultimi decenni. Si è visto come l’imposizione dell’ideologia globalista sulla società abbia trasformato, per esempio, la Svezia, che aveva costruito uno stile di vita quasi perfetto, in un campo di battaglia per bande di immigrati criminali. In Germania la precisione, l’ordine e la prevedibilità stanno scomparendo dalla vita quotidiana.

L’assurdità del modello di società aperta è meglio illustrata dalla dichiarazione di migliaia di generali e ufficiali francesi che hanno previsto la guerra civile. Questo grido d’aiuto è stato innescato dalla situazione senza speranza di un multiculturalismo incontrollabile, dalla moltitudine di incidenti drammatici che purtroppo sortiscono naturalmente dalla coesistenza di culture diverse. Noi, rappresentanti e sostenitori della Fondazione per una Società Sicura, crediamo che la possibilità di una battaglia ideale non si sia ancora esaurita, che il tempo dei veri generali non sia ancora arrivato e che forse la battaglia della ragione può ancora essere condotta per difendere tutto ciò che rappresenta la dignità dell’esistenza umana. Le arti marziali hanno ancora un elemento di arte da portare alla lotta. La forma di confronto è la retorica e la persuasione. È importante che tutti capiscano che l’indifferenza non promuove la conservazione delle norme, ma porta al disastro. Infine, ideologicamente, non c’è dubbio che un mondo degno di essere vissuto sia un diritto di nascita e un privilegio di tutti.

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Per difendere tutto ciò, dobbiamo attaccare. Stiamo costruendo una rete per contrastare la già esistente rete globalista. Ci mobilitiamo contro coloro che diffondono aggressivamente le idee della società aperta. Non permetteremo ai giovani senza sufficiente esperienza di vita di cadere nella trappola della “sensibilizzazione”. Organizzeremo manifestazioni e dimostreremo che non è necessario ammantarsi di costumi degenerati per esprimere la propria opinione. La Fondazione Società Sicura si rivolge quindi a tutti coloro che sentono che la normalità sia l’unico quadro in cui possono esprimere liberamente le loro opinioni politiche, indipendentemente dalla moda del momento.

La Fondazione non è un’iniziativa politica ma civica, in un momento in cui gli scontri ideologici sono sempre più forti. Sappiamo qual è l’obiettivo strategico. Per noi, che rappresentiamo la maggioranza della società, è una sfida storica smascherare l’estremismo basato sugli errori, il globalismo, e ricacciarlo là dove appartiene, nelle profondità delle biblioteche. Tutto ciò che si può sentire dalla parte opposta è il clamore esagerato di una piccola minoranza chiassosa. Perché dovremmo tollerare? Perché dovremmo accettare a testa bassa di dover sopportare provocazioni che vanno oltre la nostra immaginazione?

Per chiarire una volta per tutte, sottolineiamo ancora l’elemento dell’arte nel termine arte marziale, e speriamo che questo sia sufficiente per preservare la società umana. Non abbiamo dubbi che i nemici faranno di tutto per impedirci di raggiungere il nostro obiettivo. Ma qualunque cosa facciano, non c’è alternativa a una vita normale.

(Fonte: “Magyar Nemzet” via European Media Cooperation)

Presidente della Fondazione "Società Protetta". Già dirigente dei servizi di sicurezza del Ministero degli Interni ungherese.