Nel Dossier n. 31 Giovanni Giacalone analizza la situazione dell’Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani.

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SOMMARIO ESECUTIVO

il nuovo vecchio afghanistan

La copertina

  • L’Afghanistan tornato in mano ai talebani è differente da quello che governavano venti anni fa: meno arretrato, con più infrastrutture e qualche chance di rapporti normali con l’estero.
  • I talebani non hanno più bisogno di al-Qaeda, come negli anni ‘90, per ricevere sostegno economico. Tuttavia potrebbero mancare tanto della volontà quanto della capacità di contenerla. Al-Qaeda potrebbe recuperare la supremazia tra i jihadisti, a scapito di ISIS.
  • Le tensioni interne all’Afghanistan sono molteplici, a partire da quelle etniche. Pure i talebani hanno fazioni interne: le più agguerrite e antagoniste sono la Rete Haqqani (vicinissima al Pakistan) e quella di Kandahar capeggiata dal figlio del mullah Omar.
  • Il Pakistan continua nel suo doppio gioco tra l’Occidente e i talebani. Vuole così contenere il separatismo pashtun e guadagnarsi un regime amico in funzione anti-indiana. Ma rischia di rimanerne travolto.
  • Per comprendere dove andrà l’Afghanistan bisogna attendere che si stabilizzi il nuovo regime talebano. I più ottimisti sperano in una sua normalizzazione ma permane il rischio di un appoggio aperto ad al-Qaeda. Più probabile ancora è un atteggiamento ambiguo.

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Dossier 31 - Il nuovo vecchio Afghanistan
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Ricercatore del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Laureato in Sociologia (Università di Bologna), Master in “Islamic Studies” (Trinity Saint David University of Wales), specializzazione in “Terrorism and Counter-Terrorism” (International Counter-Terrorism Institute di Herzliya, Israele). È analista senior per il britannico Islamic Theology of Counter Terrorism-ITCT, l’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies (Università Cattolica di Milano) e il Kedisa-Center for International Strategic Analysis. Docente in ambito sicurezza per security manager, forze dell’ordine e corsi post-laurea, è stato coordinatore per l’Italia del progetto europeo Globsec “From criminals to terrorists and back” ed è co-fondatore di Sec-Ter- Security and Terrorism Observation and Analysis Group.