di Giovanni Giacalone
Morte di un rivoluzionario
Lo scorso 11 settembre è morto Abimael Guzman, leader storico di Sendero Luminoso, organizzazione terrorista di stampo maoista attiva in Perù dal 1969. L’86enne Guzman, noto anche come “camarada Gonzalo”, era detenuto in un carcere di massima sicurezza presso la base navale del Callao e stava scontando l’ergastolo dopo essere stato arrestato il 12 settembre del 1992 in un’operazione del Grupo Especial de Inteligencia che lo aveva scovato, assieme ad alcuni compagni, in una casa di Surquillo, quartiere della Lima bene.
Una storia di violenza efferata
L’arresto di Guzman sferrò un colpo devastante a Sendero Luminoso, che si frammentò internamente in maniera molto rapida, dividendosi in gruppi e fazioni, e ritirandosi nelle zone più remote del Paese. Del resto Sendero Luminoso era essenzialmente fondato sulla figura di “camarada Gonzalo”, a causa del suo forte carisma, autorevolezza e preparazione intellettuale e organizzativa. Un vero e proprio culto della personalità, come dimostra numeroso materiale propagandistico ritrovato dalla polizia peruviana durante le retate effettuate nelle “case sicure” dell’organizzazione, inclusi dipinti che ritraggono il leader in differenti circostanze. Gustavo Gorriti, autore del libro The Shining Path: A history of the Millenarian War in Peru, spiega chiaramente come non vi fossero personaggi all’interno dell’organizzazione che potessero anche solo avvicinarsi alle capacità strategiche di Guzman.
Punti deboli di Sendero Luminoso furono dunque la mitizzazione di Guzman, la mancanza di potenziali successori, ma anche l’estrema violenza dell’organizzazione che si accanì non soltanto contro obiettivi istituzionali e cittadini divenuti vittime dei loro attentati, ma anche contro altri gruppi del comunismo militante, sindacalisti e campesinos accusati di tradimento o semplicemente di rimanere neutrali durante il conflitto tra SL e forze governative. Una violenza brutale che portò l’organizzazione ad alienarsi rapidamente una cospicua parte di coloro che in precedenza simpatizzavano per la lotta di Guzman e compagni, condividendone causa ed ideologia.
Quel che resta di Sendero Luminoso
Tra il 2002 e il 2010 Sendero Luminoso ha provato a riprendere la campagna di violenza contro le autorità peruviane, ma ha subito una serie di pesanti colpi, con l’arresto o l’uccisione di diversi suoi comandanti tra cui Marco Antonio Quispe Palomino e suo fratello Jorge (quest’ultimo ucciso lo scorso marzo).
La morte di Abimael Guzman plausibilmente non avrà alcun effetto sull’attività di Sendero Luminoso, gruppo ridotto oggi a poche centinaia di uomini e frammentato in fazioni presenti nel VRAEM e nella zona di Huallaga e più interessato al narcotraffico, grazie anche alla prossimità con i confini boliviani e brasiliani, piuttosto che a un’improbabile e meno lucrativa lotta politica.
Ricercatore del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Laureato in Sociologia (Università di Bologna), Master in “Islamic Studies” (Trinity Saint David University of Wales), specializzazione in “Terrorism and Counter-Terrorism” (International Counter-Terrorism Institute di Herzliya, Israele). È analista senior per il britannico Islamic Theology of Counter Terrorism-ITCT, l’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies (Università Cattolica di Milano) e il Kedisa-Center for International Strategic Analysis. Docente in ambito sicurezza per security manager, forze dell’ordine e corsi post-laurea, è stato coordinatore per l’Italia del progetto europeo Globsec “From criminals to terrorists and back” ed è co-fondatore di Sec-Ter- Security and Terrorism Observation and Analysis Group.
Eccellente articolo, Giovanni!
Mi chiamo Giuseppe Masala, sono medico ed ho fatto per 30 anni l’esperto di Cooperazione Sanitaria allo Sviluppo per il MInistero Affari Esteri ed altre Agenzie. Una delle prime missioni lunghe è stata proprio in Perù, avevo meno di 40 anni, e sono arrivato nel 1990 sino alla fine del 1993. La mia area di’intervento come Capoprogramma – grande la metà dell’Italia – era proprio il Trapezio Andino: i 4 dipartimenti di Cusco, Ayacucho, Apurimac e Huancavelica.
Noterai che gli ultimi 3 menzionati costituiscono proprio quello che Gorriti (da te opportunamente citato) chiama – nel capitolo dedicato al “Pensamiento militar del Partido” – “el Regional principal” della guerriglia senderista.
La Cooperazione Italiana all’epoca fu la unica presenza esterna che riuscì a rimanere nel territorio militarizzato in mano a Sendero; i francesi di Medecines sans Frontieres furono espulsi dal Governo, i giapponesi agronomi furono barbaramente uccisi. Noi in 4 anni abbiamo avuto solo la perdita di un gruppo di vaccinatori su una mina rudimentale.
Finalmente nel 1992 – ero ancora in Perù – el Presidente Gonzalo venne catturato nei sobborghi di Lima in situazione rocambolesca, mentre gozzovigliava in festini di sesso e droga; e, con il crollo di credibilità del rivoluzionario, l’incubo finì! Permanendo invece quello del suo catturatore, “el chino” Alberto Fujimori.
Continuo tuttora ad occuparmi di conflitti anchorché ormai in pensione.
Se t’interessa possiamo scambiarci informazioni ed opinioni, qui sotto i miei contatti:
3334599139 (cell e WApp), gmasala199@gmail.com
Saluti e ancora complimenti per l’interessante articolo e per com’è ben scritto.
Dr Giuseppe G. Masala, Roma