di Nathan Greppi

Nel periodo di Natale, una delle abitudini più diffuse in Italia è quella di vedere la sera sempre gli stessi film: gli adulti guardano Una poltrona per due, i più piccoli Mamma, ho perso l’aereo e alcuni nostalgici i vecchi cinepanettoni nostrani. Senza nulla togliere alle diverse comicità di Eddie Murphy, Massimo Boldi e Christian De Sica, ogni tanto variare il repertorio di film da vedere può fare solo bene.

Di seguito una lista di dieci film apprezzabili da parte di un pubblico di destra. I titoli sono ordinati dal più recente al più vecchio:

L’ora più buia, di Joe Wright (2017)

Ambientato nel 1940, racconta un capitolo della vita di Winston Churchill. Il politico inglese cercava di convincere l’opinione pubblica e il parlamento della pericolosità di Hitler e della necessità di combattere per difendere la libertà della loro isola. In un periodo in cui gli estremisti di sinistra vandalizzano le statue di Churchill, è giusto rendere omaggio alla sua determinazione e al suo coraggio. Ironico che, proprio pochi anni prima che i fautori della cancel culture lo prendessero di mira, il suo ruolo fece vincere a Gary Oldman l’Oscar come “Miglior attore protagonista”.

American Sniper, di Clint Eastwood (2014)

Ambientato durante la Guerra in Iraq, racconta la vera storia di Chris Kyle, conosciuto come il cecchino più letale della storia americana. In un periodo in cui pacifisti e terzomondisti dipingevano i soldati americani come assassini senza cuore, Eastwood ha esposto il punto di vista di un uomo che ha sempre agito credendo nel compito di combattere i nemici della sua patria, spinto dal senso del dovere. E mostra come sotto quella divisa da molti odiata vi fosse prima un ragazzo, e poi un marito e padre, con il quale potersi identificare.

Gran Torino, di Clint Eastwood (2008)

La storia è quella di Walt Kowalski, un veterano della Guerra di Corea che deve fare i conti con il mutamento etnico del suo quartiere, sempre più abitato da immigrati del Sud-est asiatico. Il protagonista è un personaggio virile e dai modi politicamente scorretti che, dopo la diffidenza iniziale, comincia a trovarsi bene con i nuovi arrivati: essi, infatti, conservano il senso di appartenenza alla comunità e alle tradizioni, più dei suoi parenti immersi in una società consumista e senza valori. Il giornalista Andrew Breitbart, fondatore dell’omonimo sito, ebbe modo di dire: “È così bello che sapevo che l’Academy l’avrebbe ignorato”.

300, di Zack Snyder (2007)

Tratto dall’omonimo romanzo a fumetti di Frank Miller, questo film racconta la di come il re spartano Leonida e poche truppe fedeli combatterono eroicamente per impedire ai Persiani di invadere la Grecia. Sebbene il regista abbia negato la natura politica del suo lavoro, alcuni hanno fatto delle analogie tra lo scontro Occidente-Oriente, rappresentato nella pellicola, e la lotta al terrorismo che in quegli anni era al centro del dibattito pubblico. Non è sfuggita nemmeno l’esaltazione dell’eroismo e dell’amor di patria, palesi nel racconto.

Le vite degli altri, di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)

Ambientato a Berlino Est nel 1984, questo film tedesco racconta la storia di un agente della Stasi (il servizio di spionaggio della DDR) incaricato di sorvegliare giorno e notte uno scrittore tramite microfoni piazzati in casa sua. Seguendo ogni momento della sua vita, monitorandolo anche mentre ha rapporti sessuali, l’agente comincerà a mettere in dubbio il proprio operato. Vincitore dell’Oscar come “Miglior film straniero”, offre uno spaccato su cosa voleva dire vivere sotto un regime comunista e, a distanza di anni, è un monito contro la pervasività della sorveglianza di massa, un tema più attuale che mai.

Thank You for Smoking, di Jason Reitman (2005)

Commedia satirica, politicamente scorretta, che segue le vicende di un lobbista del tabacco che deve vedersela con una società che lo disprezza. Il film ha avuto il merito di aver previsto in tempi non sospetti certe derive della cancel culture. In alcune scene, si vede un politico moralista promuovere la censura di film classici e altre opere d’arte dove compaiono sigarette, giudicando il passato con gli occhi del presente.

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Master & Commander – Sfida ai confini del mare, di Peter Weir (2003)

Ambientato durante le Guerre napoleoniche, vede Russell Crowe nei panni di un capitano della Marina britannica che deve affrontare dei corsari francesi lungo le coste del Brasile. Ci sono posizioni contrastanti sui connotati politici del film: “The Atlantic” scrisse che, sebbene mostrasse rispetto per i militari e il loro spirito di sacrificio, il film fosse “decisamente apolitico”. Al contrario, il “New York Times” lo definì “uno dei film più fieramente conservatori mai realizzati. Immagina la Surprise [la nave del protagonista, ndr] come una società coerente, dove la stabilità è rimarcata dalla tradizione e ogni uomo sa qual è il suo dovere e il suo posto. Non mi sarei sorpreso nel vedere Edmund Burke tra i titoli di coda”.

Braveheart – Cuore impavido, di Mel Gibson (1995)

Vincitore di cinque premi Oscar tra cui “Miglior film”, vede lo stesso regista nei panni di William Wallace, condottiero scozzese realmente vissuto che, tra le fine del ’200 e l’inizio del ‘300, combatté contro gli inglesi per l’indipendenza della sua terra. Ai tempi di Umberto Bossi divenne uno dei riferimenti culturali dell’allora Lega Nord, nonché ovviamente dei nazionalisti scozzesi; tanto che sul loro quotidiano “The National”, in occasione della finale degli Europei che ha visto l’Italia contro l’Inghilterra, hanno ritratto Roberto Mancini come Wallace.

Caccia a Ottobre Rosso, di John McTiernan (1990)

Ambientato nel 1984, vede Sean Connery nei panni di un capitano della Marina sovietica che vuole dirottare il proprio sottomarino per consegnarlo agli americani. Il film è tratto da un romanzo (a sua volta ispirato a una storia vera) dello scrittore Tom Clancy, noto per aver creato il personaggio di Jack Ryan dal quale sono stati tratti film, videogiochi e una serie televisiva. Clancy era anche conosciuto per le sue posizioni conservatrici e vicine al Partito Repubblicano, tanto che vi era una stima reciproca con Ronald Reagan. Una forte spinta al suo successo venne dalla dichiarazione con cui Reagan espresse pubblico apprezzamento per il romanzo Caccia a Ottobre Rosso, in origine pubblicato da un editore di nicchia.

I sogni muoiono all’alba, di Mario Craveri, Enrico Gras e Indro Montanelli (1961)

Primo e ultimo lavoro di Montanelli nei panni del regista cinematografico, racconta la rivolta contro il comunismo a Budapest del 1956. La peculiarità dell’opera non sta solo nell’ambientazione, ma anche nel contesto in cui fu realizzata. Infatti, dato che l’evento narrato era accaduto solo pochi anni prima, il film fu un duro atto d’accusa nei confronti dei comunisti italiani, che si erano schierati con i sovietici.

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Giornalista pubblicista, ha scritto per le testate MosaicoCultweek e Il Giornale Off. Laureato in Beni culturali (Università degli Studi di Milano) e laureato magistrale in Giornalismo, cultura editoriale e comunicazione multimediale (Università di Parma).