di Cristiano Donelli

È uscita allo scoperto “una delle più grandi truffe della Repubblica italiana”: quella dei bonus che sono andati a drogare il campo dell’edilizia. Così, dopo aver aspettato Godot per tanto tempo, posso finalmente pubblicare la mia personale rivisitazione dell’articolo 1 della nostra Costituzione: “L’Italia è una repubblica fondata sui bonus”.

L’urgenza di un pensiero chiarificatore arriva anche perché i decisori politici, di
schieramenti diversi (ma spesso pure all’interno dello stesso partito), sono confusi e non offrono una visione delle priorità di intervento – priorità che si riverberano anche sulle uscite nel bilancio dello Stato.

Per capire poi l’impatto della cosa: si sta parlando di almeno 2,3 miliardi di illeciti su 4,8 di credito ceduto (circa 50%) per i bonus legati all’edilizia: una cifra che vale circa l’8% della manovra finanziaria 2022, fatta di denaro sacrificato sull’altare del clientelismo mascherato da moda “green” dell’efficienza energetica.

La Toto-truffa, seppur di magnitudo estrema, è solamente la punta dell’iceberg di un sistema che, in Italia, si continua a basare sulle sovvenzioni statali che provano a defibrillare corpi morenti. Ora è nelle cronache l’edilizia, che non batteva chiodo ancora dalla crisi del 2008; poco prima si era trovato un grande consenso elettorale sul “bonus divano”, nome più azzeccato del reddito di cittadinanza per come si è realizzato. Questi i principali a livello economico, ma la pletora di bonus è senza fine nonché, da perfetti italiani, molto fantasiosa: bonus bebè, bonus televisione, bonus zanzariere, bonus alberghi, bonus mobili, bonus verde, bonus affitto, bonus terme, bonus monopattini e chi più ne ha più metta (anche inventandosene, che non si andrà tanto lontano dalla realtà).

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Annebbiati dalla sbornia dei soldi stampati a pioggia perché c’è il PNRR, come il prezzemolo per ogni ricetta politica che si rispetti, ricordiamoci bene che il bilancio pubblico ha risorse finite e che a lungo termine tutti i nodi vengono al pettine. Quindi, se dobbiamo puntare una fiche sarebbe bene piazzarla sul lavoro, oggetto del vero articolo 1.

Sarà forse che nel mondo del Metaverso che si sta realizzando tutto sembra fattibile con un click; quindi il valore della fatica di chi il lavoro con fatica lo crea e lo realizza non viene valorizzato. Qualche saggio ancorato ai giusti valori che ci hanno reso grandi, però, ci dovrà pur essere: o no?

Con ciò, ovviamente, non si vuole dire che non sia giusto sostenere i poveri e ristrutturare case fatiscenti ma – believe me (col tono draghiano del 2012 nel suo più famoso discorso) – se l’industria e il lavoro ripartono forte allora tutto vi andrà dietro e non ci sarà più bisogno di bonus.

Forse però a qualcuno avere gente che campa attendendo il bonus che piove per grazia ricevuta fa comodo…

Laureato Magistrale in Ingegneria gestionale all’Università degli Studi di Parma, Executive Master in Business Administration alla SDA Bocconi, Executive Master in Governo alla LUISS School Government.
Dopo una decina di anni presso i dipartimenti HR di primarie società di consulenza e aziende multinazionali, dal 2020 lavora al Parlamento Europeo
come consigliere politico del gruppo “Identità e Democrazia” in Commissione ITRE (Industria, Ricerca ed Energia).