di Giovanni Giacalone

L’invasione russa dell’Ucraina si ripercuote, seppur indirettamente, anche su Taiwan; non a caso in seguito all’offensiva diversi media e siti analitici (non ultimo anche il nostro) hanno iniziato a discutere dell’attento interesse di Pechino per quanto riguarda la reazione di Stati Uniti e Nato all’offensiva di Mosca, in chiave di un’eventuale analoga invasione cinese di Taiwan.

Risulta di interesse l’articolo di Shannon Tiezzi su “The Diplomat”, intitolato Taiwan Watches Ukraine With an Eye Toward Security at Home, dove non solo viene illustrata la posizione di Taipei riguardo all’Ucraina – inevitabilmente allineata a Washington e con apertura alle sanzioni contro Mosca – ma sono anche indicati due prospettive che possono preoccupare Taiwan. La prima è quello dell’invasione vera e propria, su cui vi è però parecchio scetticismo. In primis perché non vi sono segnali di un ammasso di truppe cinesi a ridosso di Taiwan; poi perché la mancanza di una forte risposta da parte di Washington in Ucraina non è garanzia di una non volontà di intervenire a Taiwan. Potrebbe anzi essere il contrario: ossia Washington non sarebbe particolarmente propensa ad intervenire in Ucraina proprio perché più interessata al nemico cinese, come hanno dimostrato anche le esercitazioni congiunte con Taiwan dello scorso autunno. Bisogna poi tener conto del fatto che, mentre Taiwan è un partner degli Stati Uniti, l’Ucraina non lo è e non è nemmeno un Paese membro della Nato.

Un aspetto che invece potrebbe essere più concreto è quello della disinformazione cinese nei confronti di Taiwan, con l’obiettivo di creare divisioni interne sia sul piano sociale sia su quello politico.

Intanto, lo scorso 24 febbraio la tensione tra Cina e Taiwan era salita in seguito a un confronto tra alcuni jet di Taiwan e altri mandati da Pechino. Due giorni dopo il quotidiano “South China Morning Post” (di proprietà della multinazionale cinese Alibaba Group) pubblicava un articolo rilanciando la notizia di un velivolo cinese entrato a inizio febbraio nello spazio aereo di Taiwan senza che venisse individuato dalle difese aeree, mettendo in evidenza “una seria debolezza” delle difese aeree di Taiwan.

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Insomma: la situazione tra Cina e Taiwan resta certamente tesa nonostante il contesto sia ben differente da quello ucraino. Entrambi i Paesi asiatici sono ben attenti ai potenziali sviluppi in Europa. Intanto la guerra mediatico-propagandistica è già in atto e c’è da sperare che non si vada oltre quella.

Ricercatore del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Laureato in Sociologia (Università di Bologna), Master in “Islamic Studies” (Trinity Saint David University of Wales), specializzazione in “Terrorism and Counter-Terrorism” (International Counter-Terrorism Institute di Herzliya, Israele). È analista senior per il britannico Islamic Theology of Counter Terrorism-ITCT, l’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies (Università Cattolica di Milano) e il Kedisa-Center for International Strategic Analysis. Docente in ambito sicurezza per security manager, forze dell’ordine e corsi post-laurea, è stato coordinatore per l’Italia del progetto europeo Globsec “From criminals to terrorists and back” ed è co-fondatore di Sec-Ter- Security and Terrorism Observation and Analysis Group.