Molti media parlano di difficoltà logistiche delle Forze Armate Russe in Ucraina, riferendosi genericamente a scarsa pianificazione e obsolescenza dei mezzi impiegati. In realtà è necessario approfondire la questione dello specifico “logoramento operativo” del parco mezzi di supporto e rifornimento delle Forze Armate russe.
Un brillante thread su “Twitter” di Trent Telenko, un ex impiegato civile del Dipartimento della Difesa USA, ci aiuta a capire di più quanto significativo possa essere il “logoramento operativo” sugli esiti della guerra in Ucraina.
Cosa è il logoramento operativo
Per i profani: il “logoramento operativo” è la perdita di mezzi senza che siano colpiti in azione diretta di combattimento, ossia senza che un colpo sia sparato. Se è vero che ogni mezzo meccanico con l’utilizzo è soggetto ad usura e per questo prima o poi cessa di operare, ciò è ancora più accentuato in combattimento. Secondo Telenko ogni chilometro percorso durante una operazione militare può essere equivalente ad un valore tra 10 o 20 km di utilizzo normale. Il motivo è semplice: la pressione sui tempi delle operazioni e le difficoltà dei diversi terreni richiedono un utilizzo del mezzo ai limiti, se non oltre.
La manutenzione dei mezzi delle FF.AA. americane
Telenko ha partecipato ai programmi dell’Esercito USA tra il 2003 e il 2008 per ripristinare la piena operatività di mezzi FMTV (autocarri di supporto e rifornimento) soggetti a un anno di “vado al massimo”, ossia di utilizzo operativo estremo in Iraq e Afghanistan. Egli cita pure uno specifico articolo di Gilbert Duran chiamato Resetting the FMTV: the Army Tank-automotive and Armaments Command Reset Program refurbishes FMTV trucks returning from Afghanistan and Iraq. Telenko ricorda come nessuno dei veicoli oggetto di manutenzione fosse in grado di funzionare, nonostante avessero percorso un limitato numero di chilometri.
I mezzi non erano più operativi, da un lato perché erano stati oggetto di cannibalizzazione per parti di ricambio da utilizzare in loco su altri veicoli, dall’altro perché le componenti meccaniche erano fortemente usurate (sospensioni “sfondate”, radiatori bucati, perdite d’olio e simili). Inutile aggiungere che nessuno di questi mezzi avesse il parabrezza integro.
Tutto ciò era avvenuto nonostante l’esercito USA abbia in forza corpi professionali di sottufficiali dedicati in modo maniacale alla manutenzione, anche preventiva, dei mezzi; nonché turni di lavoro “sindacalizzati” per gli autisti di questi veicoli, con lo scopo principale di non compromettere uomini e mezzi per future operazioni.
Le deficienze delle FF.AA. russe
Niente di tutto questo è vero per le Forze Armate Russe. La manutenzione dei mezzi di supporto e rifornimento negli ultimi dieci anni è stata limitata se non del tutto assente. Lo conferma l’assenza nelle Forze Armate Russe dell’equivalente dei suddetti corpi professionali americani.
La priorità attuale delle Forze Armate Russe è quella di trasportare munizioni per l’artiglieria, leggera e pesante. Ogni autocarro è inviato in zona operativa in qualsiasi condizione si trovi e spesso sovraccarico di materiale. Le priorità operative hanno la meglio sulla verifica di motori surriscaldati, livello di olio o di altri liquidi.
Il risultato per le Forze Armate Russe è che “rimanere aderenti al piano strategico” ha delle conseguenze pratiche nella guerra in Ucraina: ad esempio l’eccessiva stanchezza degli autisti potrebbe essere causa dei numerosi casi documentati di autocarri caduti da ponti o ai lati delle strade, senza aver subito alcun attacco. Se a ciò si aggiunge che tali autocarri sovraccarichi devono passare per strade devastate dai bombardamenti, o dove sono stati distrutti altri convogli, è evidente che incidenti “banali” come forature, rotture dei freni o altri danni meccanici dovuti ai detriti sul terreno aumentano in modo esponenziale, diminuendo drasticamente la capacità di supporto e rifornimento delle truppe. Va da sé poi che il tempo impiegato per percorrere percorsi accidentati è molto più lungo, aggiungendo quindi ulteriori inefficienze.
Altra difficoltà è dovuta all’effetto “soldato di leva”, che per fretta e non cura dei mezzi pensa solo a salvare la propria vita. Un esempio emblematico è l’evacuazione degli elicotteri dalla base di Kherson. La velocità a cui andavano gli autocarri che trainavano gli elicotteri, per uscire il più in fretta possibile dalla portata dei colpi di artiglieria ucraina, ha ridotto molto male gli elicotteri stessi, rendendoli quasi inservibili o comunque bisognosi di manutenzione straordinaria.
#Ukraine: After the effective Ukrainian strike against #Kherson AB, Russian forced towed away some of the damaged Helicopters; 2x Mi-28 “Havoc”, Mi-24 “Hind” attack helicopters and an Mi-8[AMTSh] transport were moved away, presumably for serious repair in Russia. https://t.co/Jots5rp4iV pic.twitter.com/BH9SaGzL3U
— 🇺🇦 Ukraine Weapons Tracker (@UAWeapons) March 18, 2022
Il logoramento operativo sarà un fattore decisivo?
L’effetto inevitabile di tutti questi fattori messi insieme espone il parco mezzi di supporto e rifornimento delle Forze Armate russe ad un livello altissimo di “logoramento operativo”. Quali quindi le conseguenze pratiche?
Secondo Telenko tra 6-8 settimane di ulteriore operatività in combattimento, l’intero parco mezzi di supporto e rifornimento delle Forze Armate russe potrebbe essere inservibile. Tra fine aprile e metà maggio le Forze Armate ucraine potrebbero quindi essere nella condizione di contrattaccare in ogni direzione. Questo perché le Forze Armate russe saranno in grado di sostenere la propria presenza operativa in territorio ucraino entro un raggio massimo di 30km: oltre questo limite potrebbero rischiare di rimanere senza cibo e munizioni.
Ecco come il “logoramento operativo”, se la previsione di Telenko è corretta, potrebbe essere il fattore decisivo per la sconfitta delle Forze Armate russe.
Direttore per le Relazioni internazionali del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli. Deputato nelle legislature XV, XVI, XVII, XVIII e Sottosegretario agli Affari Esteri durante il Governo Conte I. Laureato in Economia (Università di Firenze), Master in Business Administration (Università Bocconi), dirigente di azienda bancaria.
Scrivi un commento