di Nicola De Felice

La carenza di grano e la crisi economica galoppante causate dalla guerra in Ucraina stanno attanagliando i principali Paesi di origine e di transito dei migranti clandestini diretti in Europa attraverso l’Italia.

Oltre al fenomeno migratorio proveniente dalla Turchia, che sta interessando pesantemente la Puglia e la Calabria, la situazione sulla sponda sud del Mediterraneo comincia ad essere incontrollabile. In Egitto, Tunisia, Libia ed in parte in Algeria la fame, la mancanza di materie prime dovuto al blocco delle navi russe ed ucraine (ma anche alla chiusura di Shanghai per la nuova ondata pandemica e all’inflazione dovuta all’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche americane ed europee) spingono ad incrementare il fenomeno migratorio della propria popolazione.

Ad esso si sovrappone l’invasione di centinaia di migliaia di subsahariani pronti a pagare il pizzo ai mercanti di esseri umani al solo scopo di essere portati sottobordo alle navi Ong. Si calcola che più di 200.000 subsahariani siano pronti a partire dalle coste libiche e 30.000 dalla Tunisia ed Algeria; soprattutto sudanesi, somali, nigeriani e anche yemeniti. Dei 16.000 sbarcati in Italia nel corrente anno (3.500 in più del 2021, quattro volte di più del 2020), gli egiziani rimangono in testa alla classifica con il 23%, seguono i bengalesi con il 20%, i tunisini con il 15%.

Le navi ONG norvegesi, tedesche, italiane e spagnole, lungi dal dirigersi in Mare Nero per recuperare i veri profughi ucraini da Odessa o dalle coste del Mare d’Azov, insistono furbescamente a stazionare prevalentemente nei porti siciliani, dandosi efficientemente il cambio di pattugliamento a poche miglia dalle coste libiche e tunisine, principalmente di fronte a Zuara e Al Zawiyah, nella zona SAR libica.

In quella costa opera il più potente mercante di esseri umani, il libico Mohamed Salem Bahroun, appartenente al clan di Ibrahim Hnich, discepolo del terrorista Abou Oubayda El Zaoui, capogruppo di appoggio armato fra Tripoli e Al Zawiyah. Egli mantiene il monopolio delle partenze dei clandestini e dello smercio di cocaina proveniente dall’Italia e tutto quello che si può contrabbandare, ivi incluse le armi.

La nave ONG norvegese Ocean Viking ha appena dato il cambio alla sorella Geo Barents che ha imbarcato 470 “finti naufraghi a pagamento”, ora in attesa del beneplacito del nostro Ministro dell’Interno Lamorgese per scaricare la propria mercanzia ad Augusta – nonostante l’articolo 13 del Regolamento di Dublino le imponga di portarsela a casa sua, essendo quella nave territorio norvegese e il “primo passaggio illegale” dei clandestini avvenuto sui suoi ponti.

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Ad Augusta troverà ormeggiata la tedesca Sea Watch 4 che, insieme all’altra teutonica e più famosa speronatrice di motovedette italiane Sea Watch 3 ha appena ricevuto il passaggio di consegne dall’altra tedesca Sea Eye 4, davanti a Trapani. Le Ong germaniche sono finanziate con milioni di euro prevalentemente dalla Chiesa evangelica tedesca – quindi indirettamente dallo stesso Governo tedesco – e gestite da fanatici veterocomunisti del partito di estrema sinistra Die Linke. L’altra nave Ong tedesca Resq People, in sosta a Siracusa, “sbocciata” dal progetto lanciato dall’ex pm Colombo, sembrerebbe pronta a muovere per metà giugno, nonostante in affanno per mancanza di sostenitori se non, a parole, da parte dell’intellighenzia cattocomunista e radical chic del mondo dello spettacolo e della magistratura in pensione.

L’italiana Mare ionio, dalla quale l’Ong Mediterranean Human Savings è accusata di avere trasbordato migranti in cambio di denaro, è sui “cavi leggeri” a Mazzara del Vallo, sempre che le rinnovino i certificati di idoneità alla navigazione, in scadenza. L’altra nave battente bandiera tedesca, la Louise Michel, finanziata dal fantomatico milionario e street artist Bansky, ennesimo sottoprodotto del populismo estetico del mainstream artistico imperante, è in sosta a Sagunto, in Spagna, nazione prescelta dalle Ong per eseguire le soste stagionali. Con la promessa però di non portare clandestini in quei porti: pena il pagamento di 900.000 euro di salatissima multa.

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Senior Fellow del Centro Studi Machiavelli. Ammiraglio di divisione (ris.), già comandante di cacciatorpediniere e fregate, ha svolto importanti incarichi diplomatici, finanziari, tecnici e strategici per gli Stati Maggiori della Difesa e della Marina Militare, sia in Patria sia all’estero, in mare e a terra, perseguendo l'applicazione di capacità tese a rendere efficace la politica di difesa e di sicurezza italiana.