di George D. O'Neill Jr.

(Traduzione da: The American Conservative)

Il presidente eletto Donald Trump arrivò a Washington con un mandato inequivocabile per il suo programma: costruire il muro, porre fine alle guerre, mettere l’America al primo posto in economia e prosciugare la palude.

Nonostante l’opposizione quasi totale e feroce dei media dominanti, di Wall Street, di Big Tech, del Pentagono, dei servizi, dell’FBI, di Hollywood, dell’accademia e della dirigenza del Partito Repubblicano, Trump prevalse. La sua vittoria non dipese dall’aver speso di più, ma dal fatto che la gente fosse d’accordo con il suo programma e lo sostenesse. Fu un’impresa straordinaria.

C’è un vecchio adagio nei salotti di Washington: “Il personale è la politica”. Proprio come nel mondo degli affari, un’istituzione governativa deve avere le persone giuste in posizioni di autorità per poter attuare con successo un piano d’azione. Purtroppo, Trump fallì miseramente sotto questo aspetto. Scelse ripetutamente le figure sbagliate per la sua amministrazione; molte delle quali nemmeno sostenevano il suo programma.

L’istinto di Trump di aprire un canale con l’establishment era corretto e Reince Priebus avrebbe potuto agevolarlo in qualità di consulente a supporto; ma fu un grave errore fare di Priebus il capo di gabinetto. Priebus inondò le nomine politiche nelle agenzie federali con i suoi compari di palude, bloccando le nomine di veri sostenitori dell’agenda “America First” di Trump. Le prime scelte in materia di personale fatte da Priebus e dai suoi alleati indebolirono la capacità di Trump di attuare le promesse fatte in campagna elettorale.

I vertici della squadra trumpiana di politica estera rappresentavano il più netto scollamento con le promesse fatte in campagna elettorale: porre fine alle guerre e mettere al primo posto il benessere degli americani. Il Segretario di Stato Rex Tillerson fu spinto e consigliato da Condoleezza Rice, uno dei principali architetti delle disastrose avventure militari dell’era Bush. John Bolton, che Trump assunse come consigliere per la sicurezza nazionale, era un ardente interventista. Il segretario alla Difesa Jim Mattis aveva svolto ruoli chiave nelle fallimentari guerre in Iraq e Afghanistan. Il segretario alla Difesa Mark Esper aveva lavorato nel Dipartimento della Difesa di George W. Bush prima di svolgere un’attività di lobbying presso “Raytheon”, un appaltatore degli armamenti che notoriamente esercita pressioni a favore dell’aumento degli interventi americani.

Se Trump avesse assunto architetti con un cv di fallimenti lungo quanto quello della sua squadra di politica estera, i suoi edifici sarebbero crollati. Purtroppo, l’elenco potrebbe continuare con centinaia di altri nominati in ciascuna delle agenzie di sicurezza nazionale: tanti da poter pubblicare un libro.

Un altro limite esiziale nell’attuazione del programma di politica estera di Trump fu la sua soggezione e rispetto per i generali. Gli ufficiali da poltrona che sfoggiavano i loro numerosi e nastri colorati delle campagne sfruttarono il fascino di Trump per le forze armate americane. Molti di loro avevano condotto le nostre forze armate solo a fallimenti, tutti a tragiche spese dei nostri cittadini e delle sfortunate popolazioni dei Paesi che avevamo invaso. Eppure questi generali non considerano i loro risultati disastrosi come fallimenti, perché catastrofe dopo catastrofe sono stati ricompensati con promozioni e bilanci sempre maggioni. In nessun altro settore i dirigenti possono rimanere in carica se ogni progetto di cui sono responsabili fallisce completamente nel raggiungere i risultati promessi.

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A causa del caos della sua amministrazione e dei continui attacchi, il Presidente Trump spesso si isolava e appoggiava alla propria famiglia per trovare sostegno. Tuttavia, Trump non aveva compreso appieno il rischio di concedere autorità di guardiano al genero Jared Kushner, una persona che non aveva alcun legame reale con la base MAGA (“Make America Great Again”). Jared è cresciuto come un liberale da limousine in una cultura che disprezzava le preoccupazioni e gli interessi degli americani che vivono nelle aree interne. Jared può avere maniere impeccabili, ma i suoi contatti politici non vanno oltre oltre l’alta società dell’Upper East Side di New York.

Un esempio lampante del distacco di Jared dalla base trumpiana è quando fece assumere Brooke Rollins come consigliere presidenziale, facendola poi diventare capo consigliere per la politica interna. La Rollins è una bushiana sostenitrice delle frontiere aperte. Oggi è a capo dell’America First Policy Institute, che ha assunto ex funzionari che non seppero attuare l’agenda di Trump quando era in carica.

Durante il suo incarico di capo stratega alla Casa Bianca di Trump, Steve Bannon fu per un certo periodo in grado di scavalcare i quadri anti-Trump per attuare il programma “Prima l’America”. Tuttavia, venne rapidamente allontanato e sostituito da accoliti di Kushner come Rollins o da paludati fedeli al vicepresidente Mike Pence.

Spesso, quando il Presidente Trump chiedeva direttamente l’assunzione di determinate persone, queste erano tenute fuori dallo staff, che rallentava e raggirava il sistema. Molti curriculum di conservatori non furono nemmeno presi in considerazione. A volte l’amministrazione sembrava avere una politica del tipo: “I patrioti MAGA non presentino la candidatura”. Fu ignorato persino l’ex Segretario di Stato del Kansas, Kris Kobach, che è un noto crociato contro le frodi elettorali e aveva previsto i problemi delle elezioni del 2020.

Alcune delle stesse persone che hanno contribuito ai fallimenti politici dell’amministrazione Trump lo consigliano ancora. Potrebbero ancora una volta sabotare la capacità di successo di una futura amministrazione Trump. Quindi cosa dovremmo fare? Puntare sul locale.

Donald Trump ha coraggiosamente creato un movimento che ha abbracciato le sue politiche di protezione dei confini, astensione da interventi distruttivi all’estero, decisioni basate su ciò che è bene per l’America, rafforzamento dell’America all’interno. Dieci anni fa era difficile discutere di queste idee, ma ora sono entrate nel dibattito pubblico. C’è molto da fare.

Dovremmo cercare di individuare e sostenere validi candidati per i consigli scolastici, le commissioni comunali e provinciali, i membri dei comitati di circoscrizione repubblicani, gli addetti ai seggi elettorali, gli sceriffi, i procuratori distrettuali locali e statali, i rappresentanti e i senatori statali.

Perché concentrarsi sui livelli inferiori? Perché un livello inferiore robusto e aggressivo nel nostro sistema federale renderà molto più difficile per i troll dell’unipartitismo compromettere il vero lavoro di riforma. E ancora più importante della costruzione di una solida base, tutti gli americani che credono nel MAGA devono essere pronti a denunciare e rimuovere gli oppositori dell’agenda “America First” nel 2024. Prepararsi a combattere questi nemici della libertà ora costituirà la migliore difesa contro di essi quando sarà necessaria.

Artista ed editore.