di Giacomo Guarini

Con Ma io stanotte non dormo (Castelvecchi, 2022) Angela Camuso scrive un vibrante pamphlet sulla gestione politico-sanitaria della crisi pandemica in Italia, richiamando – senza esitazioni e ammorbidimenti – le responsabilità della classe politica, di autorità e professionisti sanitari e del mondo intellettuale e dell’informazione.

Le inchieste di Angela Camuso

Giornalista d’inchiesta e scrittrice, l’autrice trae base per le sferzanti considerazioni del testo dal lavoro giornalistico svolto in prima persona in oltre due anni di emergenza sanitaria, durante i quali ha dato voce a risultanze inedite e spesso tragicamente scomode nei suoi articoli e servizi televisivi.

copertina ma io stanotte non dormo

La copertina

Nel libro è richiamato l’essenziale di quel che allo stato c’è da sapere (e ricordare) su quanto accaduto con le politiche emergenziali italiane, unito alle difficoltà personali di una giornalista che non ha voluto farsi travolgere dalla violenta mareggiata abbattutasi anche (e anzitutto) sul mondo dell’informazione.

Un coinvolgimento personale e professionale iniziato la sera stessa del 9 marzo 2020, quando Conte statuiva la chiusura dell’intero Paese (spunto iniziale di riflessione del precedente libro di Camuso), e proseguito con gli approfondimenti sulle prime positive risultanze relative agli effetti delle terapie domiciliari precoci (in termini di minori morti e ospedalizzazioni) riscontrate da autorevoli accademici, medici, professionisti sanitari, pazienti e loro famigliari già nelle prime settimane dall’erompere della pandemia, eppure sempre sistematicamente ignorate dalle autorità, quando non mediaticamente bollate come qualcosa di simil-stregonesco.

Protocolli contro medicina

Tuttavia, a dispetto del silenzio o discredito mediatico, tali positivi riscontri delle cure anticovid andavano consolidandosi con il passare dei mesi e la stessa autrice, nel dicembre 2020, aveva raccolto una gran mole di elementi a supporto, constatando per contro l’accumularsi di tragiche storie di decessi sovente legate a una sostanziale abdicazione alla professione medica in favore di protocolli ufficiali spesso inefficaci, quando non dannosi, e deresponsabilizzanti. E così, per quanto non sia stato facile superare l’iniziale scetticismo anche di Mario Giordano (con annesse sue ‘tipiche’ urla nell’animato confronto con l’autrice), alla fine il direttore di “Fuori dal Coro” si è convinto a mandare in onda i servizi di Camuso che facevano luce su queste vicende.

Fra l’altro chi scrive ricorda bene un servizio dell’autrice andato in onda proprio per “Fuori dal Coro” nel febbraio 2022, in cui si poneva l’attenzione su protocolli vecchi (risalenti a periodi ante-covid) seguiti sconsideratamente e con effetti anche letali in relazione all’impiego di ‘caschi’ e di ventilazione polmonare nelle strutture sanitarie. E lasciava amareggiati il confronto con la narrativa mediatica particolarmente di grido proprio in quei giorni, in cui giornalisti andavano a caccia di casi di ‘folli novax’ che avevano rifiutato in ospedale certe cure, oppure di ‘novax pentiti’ che venivano intervistati o ripresi sui letti d’ospedale ai quali i loro congiunti non potevano avvicinarsi.

Vaccini, effetti avversi e medici perseguitati

Ma il testo affronta anche il grande tabù dei vaccini, in termini sia di vaglio dell’efficacia, sia di effetti avversi. E quanto riferito non indulge in salti narrativi dietrologici e speculativi ma deriva da un puntuale lavoro di documentazione diretta e richiamo delle fonti. Sempre chi scrive ricorda che nel dicembre 2021, fra le riviste in edicola, una nota testata nazionale (“Panorama”) aveva per la prima volta richiamato in copertina espressamente il problema degli effetti avversi riportando l’inchiesta di Camuso (che già in precedenti occasioni aveva affrontato il tema). Peraltro in quel frangente risultava ancor più problematico – se possibile – far luce su certi argomenti, dal momento che l’incontestabilità dell’esecutivo e il rafforzamento delle politiche restrittive parevano allora ‘leviatanicamente’ procedere di pari passo e trovarsi quasi allo zenit (il culmine delle restrizioni vaccinali è poi arrivato a gennaio).

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Ancora, fra i tanti elementi emersi dal lavoro giornalistico dell’autrice, c’è la questione delle sanzioni e del discredito sociale e professionale che hanno colpito quegli scienziati e professionisti del mondo sanitario ‘colpevoli’ di non aver acriticamente seguito l’orientamento scientifico consacrato dalle istituzioni e narrazioni dominanti. L’attenzione di Camuso è stata rivolta nel corso dei mesi alle numerose storie di professionisti sospesi in Italia.

Una fra le tante – riportata dall’autrice a più riprese sulle colonne de “La Verità” – riguarda il dott. Giuseppe Barbaro, dirigente medico presso il Policlinico Umberto I di Roma, ‘colpevole’ d’aver fatto effettuare ai propri pazienti accertamenti medici volti a valutare possibili rischi derivanti da iniezione vaccinale e d’aver quindi emesso l’esenzione per soggetti a rischio di trombosi.

Nel libro sono anche riportati alcuni stralci dell’intervista di Camuso a Robert Malone, fra i ‘pionieri’ negli studi della tecnologia mRNA (alla base dei vaccini anticovid Pfizer e Moderna) e che si è espresso in termini critici sulle campagne vaccinali condotte contro il covid; l’intervista era stata commissionata ma poi non pubblicata, perché – osserva l’autrice – “la macchina del fango funziona”.

Lo stato di eccezione diverrà la regola?

Proseguendo fra riflessioni e invettive, in un testo che pare redatto tutto d’un fiato per il trasporto che anima la scrittura, Camuso giunge a porre l’attenzione su un orizzonte pure più ampio rispetto al contesto pandemico, con un’emergenza che può diventare (anche) bellica o – aggiungiamo – energetica, alimentare, idrica, migratoria o con sviluppi ancora del tutto imprevedibili ma appunto accomunati dall’elemento emergenziale, che appare sempre più debolmente filtrato dai limiti costituzionali e invece suscettibile di cronicizzare un pericoloso stato d’eccezione.

In conclusione, le pagine di Ma io stanotte non dormo rappresentano preziosa occasione per ricollegare i punti di quel che è stato e prepararsi alle incognite dei mesi a venire, i cui sviluppi rischiano di assumere tinte ben più fosche di quelle viste sinora.

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Avvocato, laureato in Giurisprudenza (Università Roma Tre) e dottore di ricerca in Diritto Romano, Teoria degli Ordinamenti e Diritto Privato del Mercato (Università Sapienza), è autore di diverse pubblicazioni su diritto e politica internazionale.