di Carmel Richardson

(Traduzione da: The American Conservative)

Stiamo ancora una volta cercando di scoprire se l’ascetismo verde sia possibile. Per conformarsi alle norme climatiche dell’Unione Europea, il governo olandese ha deciso di acquistare fino a 3.000 piccole aziende agricole in tutto il Paese con l’esplicito scopo di farle chiudere. Il governo ha promesso di pagare “ben più” del valore delle aziende, ma se gli agricoltori rifiutano l’offerta del governo, l’acquisto diventerà obbligatorio. Soffocando la seconda maggiore economia agricola del mondo, questa decisione affamerà di fatto molti corpi per nutrire l’anima dell’agenda climatica globale.

Pur essendo una piccola nazione, i Paesi Bassi emettono più protossido di azoto e ammoniaca di qualsiasi altro membro dell’Unione Europea, e di conseguenza sono diventati un bersaglio per gli attivisti climatici. Nel 2018, la Corte di Giustizia Europea ha ordinato ai Paesi Bassi di occuparsi delle emissioni, la maggior parte delle quali è stata attribuita dagli organi di governo al bestiame. Da allora, il governo ha approvato una serie di piani per ridurre le emissioni di azoto del 50%, tra cui l’abbassamento dei limiti di velocità, la sospensione di nuovi progetti edilizi e, infine, l’acquisto forzoso di aziende agricole.

Il Paese ospita quasi 54.000 aziende agricole. L’eliminazione di 3.000 di esse, anche se non proprio esiziale, è significativa, soprattutto perché sembra essere solo il primo passo per raggiungere gli obiettivi climatici olandesi e dell’Unione Europea. Ma i costi del piano potrebbero essere molto più alti di quanto il governo olandese sia disposto ad ammettere. Quando una nazione mette il cappio al collo di una delle pratiche più antiche conosciute dall’uomo, quella nazione è destinata a produrre almeno altrettanti problemi di quelli che spera di eliminare.

Alcuni problemi sono subito evidenti. Se è possibile mondare la produzione nazionale dalla colpa di inquinare l’ambiente, non è possibile mondare le importazioni. Da qualche parte, qualcuno – probabilmente la Cina – sta compensando. Non si è fatto altro che spostare la responsabilità. Ci sono anche altre implicazioni pratiche. Gli Olandesi sono considerati tra le nazioni più efficienti al mondo in termini di allevamento. Abitando un appezzamento di terra non molto più grande del Maryland, le loro esportazioni agricole hanno totalizzato circa 105 miliardi di euro solo nel 2021. Possiamo scommettere che non saranno solo i Paesi Bassi a risentire della diminuzione delle aziende agricole produttrici.

Dovrebbe essere una prospettiva impressionante per gli Americani, la cui nazione un tempo era dominata dagli agricoltori. (Ciò, ovviamente, è differente dalle esportazioni agricole, non indicative del numero di agricoltori che le producono). Gli uomini e le donne che coltivavano la terra e allevavano il bestiame erano la maggioranza dei primi coloni americani, proprio come nei Paesi Bassi di oggi. Anche loro sono stati lentamente messi fuori gioco, mentre solo chi ha imparato a produrre in quantità massicce ha potuto resistere alla pressione finanziaria. Potremmo chiederci perché milioni di americani siano analfabeti in materia di agricoltura, ma basterebbe chiedersi quanti di noi conoscono direttamente un agricoltore o hanno coltivato in prima persona. Come lavoro, l’agricoltura è semplicemente insostenibile per la maggior parte delle persone. (È mai esistito un mondo più strano di quello in cui è più redditizio postare foto di sé stessi online che allevare qualche capo di bestiame?).

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Joel Salatin, l’agricoltore della Virginia diventato famoso per il dissenso verso molte moderne pratiche agricole, riduce gran parte del suo pensiero all’idea che la libertà richieda partecipazione. Se vi interessa proteggere certe cose, che si tratti di polli ruspanti o del libero esercizio della religione, dovrete mettere le mani nel pollaio. Coloro che non partecipano o, nel caso degli agricoltori olandesi, coloro che sono stati regolamentati per non partecipare al loro stile di vita, non possono essere liberi.

Questo è essenziale per ciò che siamo come esseri umani; non solo perché l’agricoltura è qualcosa che gli uomini hanno fatto per quasi tutta la storia dell’umanità, ma perché l’ordine naturale delle cose ce lo raccomanda. Coltiviamo perché siamo esseri stagionali e, a sua volta, la nostra intima partecipazione agli incantesimi naturali della semina e della mietitura, della primavera e del raccolto, della morte e della vita, ci radica come esseri umani nella verità del reale. Questo, di riflesso, rende cittadini migliori. Coloro che possono trarre maggior beneficio dalla cura delle nostre risorse naturali sono quanti hanno il compito di coltivarle. L’agricoltore ha un interesse fisico nella futura fioritura della terra. Il vecchio requisito della proprietà per votare, qualunque cosa se ne possa pensare oggigiorno, fu creato proprio per questo motivo.

In tal senso, una pletora di piccole aziende agricole, piuttosto che poche grandi, può anche essere la migliore assicurazione contro l’inquinamento ambientale – sia da parte di coloro che abusano della terra per ottenere maggiori profitti, sia da parte di coloro che cercano di espiare tale comportamento con scorciatoie sconsiderate – perché la loro sopravvivenza dipende da buone condizioni ambientali; condizioni che sono impossibili da sostenere nell’agricoltura su larga scala.

Nessuna nuova invenzione potrà mai sostituire il bisogno dell’uomo di coltivare la terra, né il bisogno della terra di essere nutrita e fertilizzata da mandrie di animali. Ma il governo olandese è deciso a scoprire quanto sia possibile avvicinarsi al limite. Forse può guardare all’America per scoprire cosa succede a un popolo che ha regolamentato l’agricoltura fino a renderla quasi obsoleta.

Dietro alle migliaia di aziende agricole messe fuori uso e alle migliaia di agricoltori selezionati in modo arbitrario per non avere più un lavoro, c’è una mentalità secondo cui queste cose non sono necessarie. Si tratta di quell’antico ottimismo per cui l’ingegnosità umana troverà una soluzione, sostituirà la dipendenza dal sole e dalla pioggia con la tecnologia moderna; in breve, imbroglierà la natura. Chi ha letto le grandi storie saprà come andrà a finire l’odierna.

Editorial Fellow a "The American Conservative". Laureata in Filosofia politica allo Hillsdale College.