Il quotidiano telematico Key4Biz ha citato il Convegno Machiavelli Cultura nell’articolo di Angelo Zaccone Teodosi Rai e Cinecittà, avvicendamenti al vertice in arrivo?. Ne riportiamo un estratto:

 

E ieri, a Palazzo San Macuto, il Centro Studi Machiavelli di Firenze ha promosso il convegno “Cultura è Identità”.

[…] L’iniziativa di ieri a San Macuto non ha aggiunto molto a quel che era emerso il 6 aprile all’Hotel Quirinale, ma abbiamo registrato, soprattutto da parte di Alessandro Amorese, toni un po’ più “rivendicativi” rispetto a quelli, prevalentemente “diplomatici” e comunque “soft”, emersi giovedì scorso. […]

Molto interessante la relazione tecnica presentata da Emanuele Mastrangelo, ricercatore del Centro Studi Machiavelli (nonché redattore capo del mensile “Storia in Rete”) che sta lavorando ad un saggio sulla “cancel culture”, che verrà presto dato alle stampe da Eclettica Editrice, la casa editrice di Alessandro Amorese. Mastrangelo ha ri-costruito storicamente una rete di rapporti che vanno dall’“assalto alla memoria” ovvero dall’aspetto simbolico della distruzione dei monumenti (ha ricordato esemplificativamente l’abbattimento a Philadelphia – città nella quale ha alcuni parenti – del monumento a Cristoforo Colombo, sotto lo sguardo compiaciuto della polizia locale…) ad una visione globalizzata della dimensione umana, che gioca sulle teorie “gender” ed “intersezionaliste” e del movimento “woke”, al servizio del capitalismo neo-liberista e delle multinazionali del digitale.

La “cultura globale ovvero globalizzata” come “distruzione delle identità culturali locali”, in una prospettiva “monodimensionale” (à la Herbert Marcuse): una visione del mondo secondo la quale alcune minoranze finiscono per rivendicare il diritto a distruggere le espressioni identitarie della maggioranza…

Secondo Mastrangelo, l’inizio della cultura dominante del “politicamente corretto” a livello planetario può essere convenzionalmente definito intorno all’anno 1992, con Bill Clinton che diviene Presidente degli Stati Uniti d’America… Lo sviluppo dei “social media” ha poi contribuito in modo determinante all’affermazione di un conformista “pensiero debole” globalizzante, che tende a cancellare memoria storica ed identità locali.

[…] Curiosamente il convegno – interessante e stimolante anche da un “point of view” non destrorso – non ha registrato oggi alcuna ricaduta mediatica, né sulla stampa quotidiana né sul web, ma chi cura questa rubrica IsICult per Key4biz invita comunque a dedicare attenzione – senza preclusioni e partigianerie – all’iniziativa, che è stata videoregistrata da RadioRadicale, ed è disponibile sul sito web dell’emittente.

Tra l’altro, si può osservare un qualche punto di convergenza tra alcune tesi di analisi critica di questa “destra culturale” con alcune tesi della “sinistra radicale” (va precisato: non la “sinistra di governo” ovvero la socialdemocrazia annacquata rappresentata in Italia negli ultimi anni dallo stesso Partito Democratico, che ha rinunciato a contestare “il sistema”) rispetto ad una analisi severa nei confronti “dominio del mondo” da parte del capitalismo neo-liberista…

Convergenze che appaiono stimolanti, se si ha la capacità di accantonare storici pregiudizi. Andando oltre quel “politicamente corretto” spesso conformista, che è bene venga scardinato – o comunque messo in discussione – da pensieri eccentrici, eterodossi, eretici.

Ben venga, quindi, lo scossone – piccolo o grande che sia – che la destra può dare al sistema culturale italiano.