Lo scorso 26 luglio Emanuel Pietrobon ha spiegato a Radio Libertà alcuni contenuti del recente dossier pubblicato dal Centro Studi Machiavelli: secondo Pietrobon TiKTok è in apparenza un social come gli altri, in realtà ha un algoritmo unico al mondo che l’utenza non ha il potere di controllare e che continua a promuovere all’infinito, in quello che è un vero e proprio bombardamento, contenuti dello stesso tipo. Un’ossessiva inondazione di contenuti che hanno il potenziale di incidere (negativamente) sulla psiche degli utenti. Eloquente il fatto che anche alleati stretti della Cina, come il Pakistan, abbiano bannato l’app a dimostrazione che lo scontro sul social non è solo un mero capitolo della rivalità Cina-Stati Uniti.
Serviranno investimenti nell’educazione per affrontare le guerre cognitive, al momento mancanti, perché sono destinate ad assumere un ruolo sempre più centrale nelle operazioni ibride delle grandi potenze.
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Analista geopolitico, consulente di politica estera e scrittore. Laureato in Area and global studies for international cooperation (Università di Torino), si è formato tra Italia, Polonia, Portogallo e Russia. Specializzato in guerra ibride, questioni latinoamericane e spazio post-sovietico.
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