Foxgender e “gender minotaur”. No, non si tratta di una rivalutazione della mitologia minoica (il minotauro) o di quella nipponica (la kitsune: lo yokai, spirito, volpe) alla luce dei nuovi gender studies, bensì sono le nuove tendenze che arrivano dagli Stati Uniti in tema di “identità di genere” e scuola primaria. I bambini, secondo gli araldi del genderismo decostruzionista non si devono limitare a superare il binarismo di genere attraverso le identità non binarie, ma devono andare oltre.

Bisogna sperimentare e inventare nuove identità variabili e multiformi. Generi inventati, come foxgender, o combinazioni di genere, da avvicendare grazie al meteo o la stagione secondo il principio degli ibridi di genere, “minotauro di genere” incluso. Foxgender e “gender minotaur” non sono i deliri di qualche oscuro tiktoker, bensì teorie esposte da fior di PhD che hanno ruoli rilevanti a livello di ospedali, università e associazioni sovvenzionate con milioni di dollari per fare proselitismo nelle scuole californiane.

Prima di scendere nei dettagli delle due notizie, riportate dalla stampa conservatrice statunitense e non smentite dalle interessate, è bene ricordare che il dibattito sul superamento degli stereotipi e del non binarismo di genere è già tema ben presente nell’educazione italiana di ogni ordine e grado.

Ovvero quelle che un tempo erano derubricate come “americanate” o “eccessi californiani” iniziano ad essere la norma nelle scuole e negli ospedali delle nostre città. Ribadire oggi i nuovi eccessi come quelle sulle volpi e sui minotauri che arrivano dagli Stati Uniti, quando anche nel Regno Unito si iniziano a tentare i primi timidi ripensamenti, serve non certo per far tornare indietro le lancette sul suolo patrio, cosa possibile solo con un’azione politica chiara e diretta.

Raccontare i nuovi eccessi del foxgender e “gender minotaur” serve a ribadire che tutte queste iniziative di negazione del sesso biologico nulla hanno a che vedere con il benessere psicofisico di chi soffre di disforia di genere o vive con condizioni di interesessualità a livello genetico (lo 0,02% – 0,05% della popolazione secondo la totalità degli scienziati tranne la biologa Anne Fausto-Sterling per cui la condizione di non dimorfismo sessuale negli esseri umani sarebbe superiore all’1,7%. Cosa che fa teorizzare agli estremisti del genere l’esistenza di uno “spettro continuo” del sesso biologico, alla faccia di Gauss e della matematica).

Se importasse il benessere delle persone non solo non vedremmo bloccanti della pubertà prescritti come caramelle, ma soprattutto non vedremmo deliranti teorie come quelle proposte dalle due signore in questione, il “gender minotaur” teorizzato dalla dottoressa Diane Ehrensaft, professore associato di pediatria alla UCSF, l’Università della California di San Francisco, nonché direttrice del Centro per il Genere di bambini e adolescenti (Child & Adolescent Gender Center), all’ospedale pediatrico universitario della UCSF, il Benioff Children’s Hospital.

E i neogeneri come il foxgender proposto da Naomi Cruz, responsabile della programmazione per famiglie e didattica per l’associazione Gender Spectrum, che recentemente ha ricevuto dallo Stato della California una sovvenzione da oltre 2 milioni di dollari per l’attività nelle scuole.

La notizia del “gender minotaur” postulato dalla dottoressa Diane Ehrensaft è stata portata alla luce dalla Fox e fa riferimento ad una conferenza dove la Ehrensaft ha presentato la teoria secondo cui i bambini dovrebbero poter esplorare lo spettro di genere anche in funzione del luogo e del tempo, secondo lo schema ivi riportato:

  • Ibridi di genere
    • Prius gender: metà ragazza e metà ragazzo
    • Minotauro di genere: un genere sopra, l’altro sotto;
    • Genere stagionale: ragazza durante l’anno scolastico, ragazzo in estate
    • Genere per luogo: a casa, maschio; dalla nonna, femmina;
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Ovvero assecondare qualunque “ispirazione di genere” del bambino in base a qualunque tipo di contesto. A margine segnaliamo che la dottoressa del gender minotaur è accademica così stimata e rispettata da essere considerata fonte attendibile per le pagine Wikipedia come quella “Childhood gender nonconformity”. Capite bene che queste non sono le farneticazioni di tiktoker bensì le avanguardie dei maître à penser del genderismo.

La “teoria” degli ibridi di genere è non diversa da quella dei “neogeneri” proposta da Naomi Cruz e dall’associazione Gender Spectrum portato alla luce dal Substack Open the Books  e poi ripresa dal The Daily Wire in polemica con la sovvenzione da 2,3 milioni di dollari assegnata dal dipartimento della Salute dello Stato della California. Già in passato il governatore della California Gavin Newsom era stato al centro delle polemiche perché le donazioni dello stato in ambito di no-profit per la formazione scolastiche erano finite anche alla no-profit della moglie, ma secondo i democratici non ci sarebbe alcun conflitto di interesse

Come riporta Open the Books la Cruz ha tenuto una conferenza dal titolo “Intro to Neoidentities and Neopronouns.”

La presentazione della Cruz spiega che i pronomi possono “descrivere il genere come un’esperienza personale, estetica, sinestetica o orientata allo spazio mentale”. Comprendono “generi sostantivi” come “foxgender, moongender e rockgender” e persino “pronomi emojiself”, come “:)self”.

Sempre da Open the Books la Cruz ha poi aggiunto

che “foxself” descrive qualcuno che si identifica con “aspetti di una volpe, sia che si tratti del suo aspetto, della sua personalità o di come viene vista nella società”

Le polemiche seguite alla notizia hanno portato prima all’oscuramento del sito della Gender Spectrum, successivamente ripristinato con la rimozione dei contenuti associati alla Cruz. Anche se il gender minotaur della Ehrensaft e il foxgender della Cruz sono solo degli estratti da conferenze, appare evidente che il genere in funzione del luogo o dell’estetica di un animale implicano che il benessere psicofisico dei bambini è del tutto irrelevante così come il superamento degli stereotipi.

Se a interessare fosse realmente il benessere dei bambini a nessuno verrebbe in mente che un infante debba essere assecondato in interpretare un differente genere in funzione della stagione o del luogo ove si trovi, o assecondare il desiderio di includere nel suo genere gli “stereotipi” associati alle volpi. E proprio questo il paradosso intrinseco di tutto l’armamentario della gender theory applicata: ovvero stereotipizzare i bambini secondo i peggiori stereotipi associati al sesso opposto. O alle volpi… Questa è l’amara realtà di quello che stiamo implementando anche in Italia. C’è solo da sperare che queste sempre più patenti esasperazioni che arrivano dagli Stati Uniti possano indurre a riflettere maggiormente l’opinione pubblica.

Saggista e divulgatore, tra le sue pubblicazioni Alessandro Blasetti. Il padre dimenticato del cinema italiano(Idrovolante, 2023). E con Emanuele Mastrangelo Wikipedia. L’Enciclopedia libera e l’egemonia dell’in­formazione (Bietti, 2013) e Iconoclastia. La pazzia contagiosa della cancel culture che sta distruggendo la nostra storia(Eclettica, 2020).