di Alice Carrazza 

La politica è basata sulla possibilità di inizio, ma spesso sembra prigioniera di una lentezza cronica. Vecchi leader, come reliquie di un’epoca passata, continuano a dominare le scene globali. Questa preminenza, forgiata dalla gerontocrazia, il governo degli anziani, appare come un ingombrante fardello. Tuttavia, stiamo assistendo a una metamorfosi, un cambiamento che potrebbe essere catalizzatore di una nuova era politica. Jordan Bardella è il brillante esempio di questa evoluzione.

Una nuova era di leadership in Europa?

In un panorama politico europeo tumultuoso, si erge un giovane di straordinario carisma, un’eccezione tra la grigia schiera dei soliti burocrati. È il francese Jordan Bardella. Questo giovane leader ha catturato l’attenzione dell’elettorato francese sin dal momento in cui ha preso il comando del Rassemblement National. La sua determinazione è chiara: sarà il capolista alle elezioni europee del giugno 2024, come confermato lunedì scorso in un’intervista a Le Figaro: “Non ci saranno altre elezioni nazionali fino al 2027. Quindi, come deputato europeo uscente e capo del partito, guiderò naturalmente la lista del Rassemblement National”.

In un continente spesso dominato da leader politici di lunga data, la rapida ascesa di Bardella apre un dibattito fondamentale sull’importanza di una nuova generazione di leader nella scena europea. Questo giovane presidente, che a breve festeggerà il suo 28° compleanno, incarna il trionfo della nuova generazione e della competenza precoce. Il suo carisma e la sua abilità nel catturare l’attenzione degli interlocutori sembrano aver conquistato i cuori degli elettori francesi, come confermato dai sondaggi. L’IFOP rivela che il Rassemblement National emergerebbe ancora una volta in testa in tutte le configurazioni, mettendo in ombra una sinistra frammentata e una destra ancora in cerca di identità. Questo successo non è passato inosservato agli altri attori in campo. Mercoledì sera, Éric Zemmour ha così espresso la volontà di presentare Marion Maréchal come capolista per Reconquête alle prossime elezioni europee.

Eppure, in Italia, i conservatori sembrano guardare altrove, forse incapaci di comprenderne appieno l’importanza. L’età di Bardella non è soltanto un dettaglio anagrafico, ma piuttosto una chiave per decifrare il suo impatto. Essa rappresenta il motore del rinascimento francese, aprendo le porte a un approccio politico completamente nuovo.

L’importanza della gioventù in politica

“Se in una republica si vede surgere uno giovane nobile, quale abbia in sé virtù istraordinaria, tutti gli occhi de’ cittadini si cominciono a voltare verso lui e concorrere sanza alcuno rispetto a onorarlo”
Niccolò Machiavelli[1]

Machiavelli, a suo tempo, comprese saggiamente l’importanza dei “giovani principi” in politica. Egli intravide che i politici d’una generazione precedente stavano progressivamente perdendo la capacità di adattarsi alle novità straordinarie del loro tempo. La forza dell’innovazione e la logica dell’inedito hanno il potere di sconvolgere l’ordine consolidato delle cose. Quindi, come affermava Machiavelli, quando un giovane di straordinaria virtù emerge in una repubblica, gli occhi dei cittadini si volgono verso di lui, pronti a onorarlo senza alcuna riserva.

Questo concetto è ancor più evidente quando consideriamo l’approccio della politica ai mezzi di comunicazione moderni, in particolare i social media. Nonostante l’élite politica si sforzi di seguire l’evoluzione dei tempi, i politici anziani rivelano una certa incapacità nel tenere il passo con una generazione che è cresciuta con uno smartphone “au bout des doigts”. Il loro maldestro tentativo di adattarsi al mondo digital spesso appare goffo e disperato, con il risultato di sembrare fuori luogo. Questi sforzi, a volte persino tediosi, tendono a farli apparire più come influencer dei social media che come figure politiche autorevoli. Emerge con chiarezza che questa inautenticità li espone al ridicolo agli occhi della nuova generazione, contribuendo a minare la loro credibilità come rappresentanti di una politica di peso.

In questo contesto, i giovani leader come Bardella si distinguono per la loro capacità di mantenere una comunicazione efficace, composta e autentica, una caratteristica che contribuisce a rafforzare la loro credibilità e il loro impatto sulla nuova generazione di elettori. La sua audacia e la sua comprensione delle sfide del mondo moderno sono un richiamo all’importanza di abbracciare nuove prospettive, mentre l’immobilismo della vecchia guardia politica diventa sempre più evidente e datato.

LEGGI ANCHE
Proprietà industriale: troppi ritardi in Italia

Per Hannah Arendt[2] la politica è intimamente legata alla possibilità di nuovi inizi. È in questa sfera che risiede la nostra speranza più viva: nell’auspicato inizio di un capitolo completamente inedito. Un capitolo destinato a trovare guida nelle mani dei giovani leader che non solo abbracciano le sfide del mondo moderno, ma ne comprendono appieno le opportunità.

I giovani, immersi nel contesto di un mondo in continua evoluzione, non soltanto necessitano di una politica che si adatti alle loro necessità, ma reclamano con urgenza una rappresentanza autentica, capace di immergersi profondamente nelle loro sfide e aspirazioni.

In questa cornice, è innegabile che la gerontocrazia, con la sua radicata presenza, non sia in grado di offrire una rappresentazione adeguata delle nuove generazioni. Come sottolineava Rousseau[3], il consenso e il contratto sociale tra le generazioni sono elementi fondamentali per la legittimità del governo. In questo spirito, potremmo parafrasare le sue idee, sottolineando che il governo appartiene sempre alla generazione che è in grado di rovesciarlo.

Guide per giovani leader

La politica, se autentica e significativa, deve fungere da terreno fertile per idee fresche e prospettive innovative. Non può rimanere un museo di vecchie glorie ma deve trasformarsi in un laboratorio per un futuro migliore. È qui che risiede una preziosa opportunità. I politici anziani, dotati ormai di saggezza e ricchezza d’esperienza, potrebbero e dovrebbero assumere il ruolo di mentori, guidando l’ascesa dei leader in erba. Un passaggio di testimone dunque, che consentirebbe alla nuova generazione di occupare il proprio spazio in modo significativo.

La politica, come Popper ci insegna[4], non è mai una scienza esatta, ma piuttosto un’arte del compromesso. Ora è giunto il momento per la vecchia politica di abbracciare questa idea di compromesso, riconoscendo che il futuro sia della politica che della società richiede una sinergia armoniosa tra saggezza matura e visione giovanile.

Abbracciare il cambiamento

In conclusione, considerando la politica come una forma d’arte in costante evoluzione, è cruciale accogliere l’idea che il cambiamento non solo è inevitabile, ma anche auspicabile. Ora, più che mai, è il momento opportuno per accogliere con entusiasmo le nuove voci che emergono dall’ombra dei grandi leader, permettendo loro di guidare la via verso un orizzonte politico nuovo. È proprio in questo ciclo di cambiamento continuo che intravediamo la possibilità di conservare e migliorare la politica. La gerontocrazia, nonostante le sue resistenze, è destinata a fondersi con il passato, mentre nelle giovani generazioni risiede il futuro della politica.

[1] Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, cit. l. I, cap. 33, Quando uno inconveniente è cresciuto o in uno stato o contro uno stato, è più salutifero partito temporeggiarlo che urtarlo, pp. 128-129

[2] Arendt, Hannah. The Human Condition, University of Chicago Press, 1958.

[3] Rousseau, Jean-Jacques. “Il Contratto Sociale” (1972), REA Edizioni, 2023.

[4] Popper, Karl. The Open Society and Its Enemies, Routledge, 1966.

alice carrazza

Responsabile della comunicazione del Centro Studi Machiavelli. Laureata in Relazioni internazionali, sta attualmente conseguendo il secondo titolo in Scienze della politica, della sicurezza internazionale e della comunicazione pubblica.