di Gabriele Faggioni

Al tema dei servizi segreti e ai loro intrighi e complotti sono stati dedicati innumerevoli pubblicazioni di ogni tipo. Risulta difficile essere originali, tuttavia quest’articolo vuole mettere in risalto l’affascinante storia delle agenzie di intelligence dell’Unione Sovietica, in particolare del Commissariato per la Sicurezza dello Stato (più conosciuto come KGB) fondato nel 1954. Per 37 anni fu il più noto servizio segreto dell’URSS; ma venne sciolto poco tempo dopo il fallito golpe contro Gorbačëv che vide la partecipazione di alti dirigenti del KGB nell’estate del 1991.

Accenni storici dalla Čeka all’OGPU

Le rivoluzioni del 1917 segnarono la fine dell’Impero zarista e dell’efficiente servizio segreto dell’Ochrana, i suoi affidabili e ben preparati agenti seppero infiltrarsi in tutti i movimenti sovversivi presenti nel Paese. Il regime bolscevico istituì nel dicembre 1917 la Commissione straordinaria per la lotta alla controrivoluzione e al sabotaggio, conosciuta come Čeka, che si occupò di “estirpare i nemici della rivoluzione” e di svolgere missioni di spionaggio all’estero. Feliks Dzeržinskij, fondatore della Čeka, ebbe un ruolo di primo piano nella guerra civile russa (1918-20) e contribuì a reprimere ogni possibile manifestazione controrivoluzionaria. Nel 1921 aveva uno staff di oltre 250.000 funzionari ed è ritenuta responsabile dell’esecuzione di oltre 140.000 persone ritenute nemici dello Stato. Il 6 febbraio 1922 la Čeka fu rimpiazzata dalla GPU (Direttorato politico dello Stato) nel tentativo del Partito comunista di ridare una nuova immagine ai suoi servizi segreti e porre termine agli eccessi commessi dai suoi “funzionari”. Il 30 dicembre 1922 vide la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, come voluto dai leader della rivoluzione, per dare un nuovo assetto alla nazione. La GPU fu a sua volta sostituita nel novembre 2023 dall’OGPU (Direzione politica statale unitaria), alla quale furono affidati nuovi compiti, tra cui la gestione dei campi di lavoro “correttivi” e la sorveglianza della popolazione. Nel gennaio 1924 morì il leader della rivoluzione bolscevica, Vladimir Lenin, e questo generò una torbida lotta di potere per la scelta del nuovo uomo forte, che vide come vincitore Josef Stalin.

Pillole di storia dei servizi segreti di Stalin

Stalin, personalità ambigua e avida di potere, usò i funzionari dell’OGPU per reprimere ogni dissenso alle misure volte alla modernizzazione dell’URSS, come la collettivizzazione forzata dell’agricoltura. Stalin provocò una grave carestia costata la vita a milioni di persone nel 1932-1933 in Ucraina per raggiungere i suoi obiettivi. L’OGPU svolse operazioni segrete all’estero per sabotare le attività degli oppositori del regime.

Nel luglio 1934 l’OGPU fu trasformata in Direzione principale per la sicurezza dello Stato (GUGB) e integrato nel Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD). La NKVD aiutò Stalin a consolidare il suo potere, effettuando delle “purghe”. Solo nel 1937-1938 furono giustiziate più di 750.000 persone, tra cui decine di migliaia di membri del Partito, di alti ufficiali e dirigenti statali. Tra le vittime vi furono più della metà dei membri del Comitato centrale del Partito comunista e i primi due capi delll’NKVD, Genrich Jagoda e Nikolaj Ežov. Quest’ultimo venne rimpiazzato da Lavrentij Berija, che rimase in carica per quindici anni (1938-1953).

Il 3 febbraio 1941, il Presidium del Soviet Supremo decise la separazione del Direttorato principale per la sicurezza di Stato (cioè GUGB) dall’NKVD con la costituzione del Commissariato del popolo per la sicurezza dello Stato nota con l’acronimo NKGD diretta da Vsevolod Merkulov. A causa dell’invasione tedesca dell’URSS, Stalin decise di annullare il cambiamento del febbraio 1941 e quindi l’NKVD riottenne le precedenti mansioni. Nel 1943 entrarono in vigore i cambiamenti temporaneamente sospesi. Così l’NKGB si occupò della sicurezza interna, del controspionaggio civile e militare, amministrò i famigerati Gulag. Supervisionò la deportazione in Siberia e in Asia centrale di gruppi sospettati di slealtà, tra cui più di un milione di tedeschi del Volga, tatari e italiani di Crimea e altre popolazioni del Caucaso. Inoltre raccolse informazioni sui movimenti di resistenza antisovietici nei Baltici e nell’Ucraina occidentale. L’intelligence estera sovietica nell’ultimo decennio di vita di Stalin conseguì spettacolari risultati grazie alle informazioni fatte pervenire dalle cinque spie di Cambridge, da noti scienziati occidentali (Klaus Fuchs), che lavorarono per il progetto Manhattan (sviluppo della bomba atomica), la famigerata coppia Morris e Lona Cohen, la rete di spie nei territori sotto il controllo nazifascista (ad esempio l’“Orchestra Rossa”, comprendeva diverse centinaia di agenti e informatori, che lavoravano all’interno dei ministeri tedeschi), l’azione del tedesco reclutato dall’NKVD Richard Sorge a Tokyo, fondamentale per la strategia sovietica durante l’invasione nazista. Documenti russi e americani declassificati indicano che i servizi segreti sovietici avevano piazzato almeno 250 spie negli uffici governativi statunitensi e altri nell’amministrazione del Regno Unito, tra cui Kim Philby, un alto funzionario dei servizi segreti britannici. La maggior parte di queste spie, attive nel Regno Unito e negli Stati Uniti, erano membri dei locali partiti comunisti.

Nel marzo 1946 tutti i commissariati del popolo divennero ministeri e quindi il NKVD e il NKGB assunsero il nome rispettivamente di Ministero degli Affari Interni e Ministero della Sicurezza dello Stato (MGB). Il primo Ministero supervisionava e amministrava la polizia in uniforme, i vigili del fuoco, le prigioni, i campi di lavoro e le truppe interne. Grazie allo studio della documentazione conservata negli archivi russi è stato possibile stimare che nel 1953 circa 2.750.000 cittadini sovietici erano in carcere o nei campi di lavoro forzato, e circa lo stesso numero era stato deportato in Siberia. Subito dopo la morte di Stalin, nel marzo 1953, l’MGB venne fuso nuovamente nel Ministero degli Affari Interni, sempre sotto la guida di Berija. Prima della fine dell’estate, la leadership post-stalinista guidata da Nikita Krusciov si rivoltò contro Berija, assetato di potere, che fu deposto e giustiziato. Poco dopo milioni di prigionieri politici poterono rientrare alle loro abitazioni dopo esser stati liberati dai Gulag o dall’esilio interno.

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KGB: fra miti e realtà

Il Comitato per la Sicurezza dello Stato, più noto con l’acronimo KGB, fu creato nel 1954 per fungere da “spada e scudo del Partito comunista”. Il nuovo servizio di sicurezza, che svolse un ruolo importante nell’epurazione dei sostenitori di Berija, fu progettato per essere attentamente controllato dagli alti funzionari del Partito comunista. Era diviso in circa venti direzioni, le più importanti delle quali erano quelle responsabili dell’intelligence estera, del controspionaggio interno, dell’intelligence tecnica, della protezione della leadership politica e della sicurezza delle frontiere del Paese. Alla fine degli anni Sessanta fu creata un’ulteriore direzione per la sorveglianza dei sospetti dissidenti nelle chiese e nell’intellighenzia. Nei venti anni successivi il KGB divenne sempre più zelante nel perseguitare i nemici politici, arrestando e talvolta esiliando i sostenitori dei diritti umani, gli attivisti cristiani ed ebrei e gli intellettuali giudicati sleali al regime. Tra le sue vittime più famose ci sono i premi Nobel Aleksandr Solženicyn e Andrej Sacharov.

Con l’intensificarsi della Guerra Fredda, il Comitato per la Sicurezza dello Stato fu considerato come principale antagonista della Central Intelligence Agency. A differenza dell’agenzia statunitense, il KGB conduceva la maggior parte delle sue attività contro i cittadini sovietici. All’estero conseguì importanti successi grazie all’abilità dei suoi funzionari, che operarono sotto copertura diplomatica o come agenti clandestini, riuscendo ad infiltrarsi in molte operazioni di intelligence occidentali, nelle pubbliche amministrazioni e negli istituti universitari più noti. Inoltre riuscì a posizionare i propri agenti di influenza in quasi tutte le principali capitali. Il KGB si coordinò con il Direttorato principale per l’intelligence (il servizio segreto militare o GRU) per ottenere dalle spie, attive non solo negli Stati Uniti, preziose informazioni scientifiche e tecnologiche utili allo sviluppo delle capacità militari dell’Unione Sovietica in diversi ambiti (aeronautico, missilistico e navale). La collaborazione fu altrettanto buona con le agenzie di intelligence della Germania orientale, STASI (Ministero per la sicurezza dello Stato) e HVA (servizio di spionaggio all’estero), con quelle di altre nazioni dell’Europa orientale, definendo assieme le principali operazioni e il modus operandi.

Il presidente riformista

Mikhail Gorbačëv ricevette nel 1990 il Premio Nobel per la Pace per i suoi straordinari risultati nelle relazioni internazionali, perché promosse una serie di eventi che hanno trasformato il contesto politico europeo e segnato l’inizio della fine della Guerra Fredda. Gorbaciov rispettò il lavoro svolto dal KGB, ma il suo programma di riforme ne minò l’autorità. Nell’estate del 1991, alti ufficiali del KGB, tra cui il suo presidente Vladimir Krjučkov, ebbero un ruolo di primo piano nel fallito golpe contro il presidente riformatore. Dopo quest’evento l’agenzia venne progressivamente smantellata.

Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica alla fine del 1991, quello che rimaneva del KGB passò sotto il controllo della Russia. Il governo del presidente russo Boris Eltsin riorganizzò l’intelligence della Federazione Russa, costituendo nuove agenzie nel 1992. Le funzioni di sicurezza interna vennero assegnate dapprima al Ministero della Sicurezza e meno di due anni dopo al Servizio federale di controspionaggio (FSK). Nel 1995 Eltsin rinominò l’agenzia in Servizio federale di sicurezza (FSB Federalnaya Sluzhba Bezopasnosti). I suoi compiti iniziali riguardarono il controspionaggio, l’antiterrorismo e la sorveglianza delle forze armate. Durante il suo mandato gli conferì ulteriori poteri, consentendogli di condurre attività di intelligence anche all’estero in collaborazione con il Servizio segreto estero (SVR). Il Direttorato principale per l’intelligence è stata l’unica agenzia di intelligence a non subire pesanti riorganizzazioni dopo la fine dell’Unione Sovietica.
Oggi la Federazione Russa è governata in modo autoritario da oltre 20 anni da Vladimir Putin, che è stato un alto ufficiale del KGB durante la Guerra fredda. Dopo aver lasciato quest’agenzia Putin ha saputo crearsi un futuro nell’ambito politico che l’ha portato al vertice del potere grazie anche ai suoi intrighi machiavellici.

gabriele faggioni

Ricercatore storico, ha al suo attivo nove pubblicazioni in lingua tedesca e dodici volumi in italiano sulla storia militare e sullo spionaggio.

Nato in Svizzera nel 1970, ha una formazione universitaria come economista aziendale, operatore dei beni culturali e bibliotecario.