di Rita Angelini

È stato sufficiente poco tempo per cancellare dalla memoria di alcuni il dramma dell’Olocausto, per far tornare attuale la parola pogrom in ambienti che troppo spesso cercano solo un nemico da odiare, alcuni lo fanno senza conoscere la storia, altri provando ad annullarla.

Dimenticare le immagini degli ebrei in fuga dai campi di sterminio, la vista dei corpi ammassati nelle fosse comuni, l’orrore dei treni carichi di deportati, ci dimostra come il culto della Memoria diventa evanescente per coloro che professano l’inclusione e la tolleranza, ma che riportano in auge la caccia all’ebreo e un antisemitismo scellerato.

Il conflitto israelo-palestinese ha generato nel mondo reazioni diverse rispetto alle dinamiche che in maniera fluida si stanno evolvendo, i fronti di combattimento per lo Stato di Israele si sono ampliati e la guerra innescata dall’attacco del 7 ottobre 2023 oggi tiene in sospeso il mondo intero, con risvolti che stanno coinvolgendo anche il nostro Paese.

Le reazioni in Italia rispetto al conflitto però lasciano profondamente perplessi, la causa palestinese diviene una bandiera dietro la quale compiere atti di violenza nel corso di eventi che si dichiarano pacifici.

I manifestanti a sostegno della lotta palestinese, inseriti negli ambienti della sinistra italiana, hanno assunto un atteggiamento da tifoseria nei confronti dell’attacco di Hamas del 7 ottobre e non solo, chiare espressioni di antisemitismo sono apparse a Milano, attraverso cartelli con le immagini della senatrice a vita Liliana Segre indicata come “sionista”, insieme a lei altre figure della politica, delle imprese, dei giornali.

Sempre dalla parte sbagliata.

Abbiamo assistito purtroppo alla violenza di piazza molto spesso, le motivazioni dei cortei che hanno avuto risvolti violenti sono diverse ma hanno un unico vero obiettivo, quello di devastare le città e colpire le forze dell’ordine. La città di Torino è stata messa a ferro e fuoco a marzo 2023 per manifestare contro il 41 bis e per la liberazione di Cospito, successivamente sempre a Torino nel mese di ottobre 2023 cortei organizzati contro il governo sono degenerati in violenza, le vere vittime di queste manifestazioni sono le forze dell’ordine e i cittadini.

Il 5 ottobre a Roma nella manifestazione organizzata dai gruppi Pro-pal, si sono verificati veri e propri attacchi organizzati contro le forze dell’ordine, parte dei manifestanti ha preso di mira gli agenti in servizio per l’ordine pubblico ferendone almeno una trentina.

Sono comparsi anche slogan che osannavano il vile attacco terroristico da parte di Hamas contro Israele, senza considerare la realtà palestinese sotto scacco di Hamas e delle sue strategie di guerriglia, fino a trasformare proprio i palestinesi in scudi umani.

Il day after di questi fatti è stato contraddistinto dal silenzio e dalle mancate condanne da parte della sinistra italiana che, uniti al silenzio degli ambienti delle femministe rosse sugli stupri delle donne israeliane, è un chiaro esempio di come, per buona parte di quest’area politica, sia più importante ricercare consensi in ogni contesto che pensare alla tutela dei diritti e della pace, allontanandosi profondamente dai propri valori fondatori.

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Il dramma del popolo palestinese è una verità che non viene negata da alcuna area politica, la ricerca della pace è sicuramente la strada da seguire per la protezione delle vite umane delle parti in conflitto.

Lo strano connubio a sinistra: antisemiti e pro-Hamas.

L’antisemitismo che sgorga da sinistra non indigna abbastanza i vertici del Partito Democratico, alcuni prendono flebili posizioni, altri non si esprimono, ma c’è perfino chi minimizza la violenza dei manifestanti arrecando un danno alla sicurezza pubblica.

L’indignazione della sinistra però, quando si tratta delle battaglie contro gli interessi degli italiani, è sempre vigorosa.

Lo è contro chi, come il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, combatte per salvaguardare i confini del nostro Paese e lavora con il governo per limitare il flusso dell’immigrazione clandestina. È veemente contro chi si oppone allo Ius Scholae cercando di tutelare proprio i diritti dei cittadini italiani. È vigorosa anche contro chi cerca strenuamente di tenere fuori dalle scuole le teorie gender o queer per proteggere i bambini da strumentalizzazioni ideologiche, come il deputato Rossano Sasso, rendendo lui oggetto di slogan di dissenso.

È riservato in ogni caso un grido privilegiato per l’allarme al presunto ritorno del fascismo, mentre dietro le quinte le masse si agitano per manifestazioni che sostengono un massacro avvenuto con ferocia e crudeltà incommensurabili da parte di terroristi, si alimenta l’odio contro gli ebrei e contro le forze dell’ordine.

Rimane incomprensibile come l’area politica nata dal marxismo e nel secondo dopoguerra diventata il baluardo di uguaglianza, parità di diritti, tutela sociale, condanna all’antisemitismo, oggi possa sostenere gli omicidi, gli stupri, le torture e le violenze compiute da Hamas, legandosi ad ambienti che in nome dell’estremismo religioso limitano la libertà personale, di parola, di stampa, di espressione, e che riportano le donne nel Medioevo rispetto alla loro emancipazione.

rita angelini
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Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università Niccolò Cusano, frequenta attualmente il Master in Analista del Medio Oriente presso il medesimo ateneo. Ha frequentato vari corsi di approfondimento sull’Africa Subsahariana e sul terrorismo internazionale.