Orban non vince: trionfa. Ecco perché
Orban e il suo partito Fidesz riottengono la fiducia del popolo ungherese. La notizia del giorno non è però la riconferma del governo nazional-conservatore a Budapest, quanto l'entità della vittoria conseguita.
Orban e il suo partito Fidesz riottengono la fiducia del popolo ungherese. La notizia del giorno non è però la riconferma del governo nazional-conservatore a Budapest, quanto l'entità della vittoria conseguita.
La guerra russo-ucraina è anche (se non soprattutto) uno dei tanti conflitti etnici che hanno insanguinato i territori ex blocco comunista a seguito del crollo dell'URSS e a causa della sua eredità di confini "irrisolti".
Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è intervenuto nel programma "L'imprenditore e gli altri" di Cusano Tv per discutere del conflitto in corso in Ucraina, dibattendo col Sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè.
Oggi è la parola "complessità" ad essere divenuta oggetto di ironie e contumelie. Solo stolti e traditori vogliono approfondire e comprendere la situazione: le persone rette e i buoni cittadini, invece, sono pronti a "credere, obbedire e combattere", consci che "l'ignoranza è forza".
Un aspetto della spirale bellica è che essa può avvenire a prescindere dalla volontà dei partecipanti, come semplice risultato della loro interazione. Una grande guerra può scoppiare inavvertitamente, perché la concatenazione di minacce, risposte, rappresaglie conduce i contendenti laddove non pensavano di giungere.
Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è intervenuto a "L'Italia s'è desta", programma di Radio Cusano Campus, per discutere della guerra in Ucraina. Il Presidente Scalea ha parlato di indipendenza strategica dell'Europa e di come potrebbe concludersi il conflitto.
La NATO ha illuso e poi abbandonato l'Ucraina. Al di là dei moralismi, Putin vince. Mentre la NATO perde in un colpo l'Ucraina e - cosa più importante - la Russia. Forse è il momento di ripensare la strategia complessiva?
Ora tocca a noi decidere cosa fare. Lo dobbiamo fare avendo presente che il diritto internazionale conta poco, in questa crisi, e che chi vuol individuare "buoni" e "cattivi" pecca di semplicismo, ingenuità o malafede. Ci sono solo interessi e scelte di volontà.
La scuola "democratica" si è risolta in un generale abbassamento del livello culturale. Abbassare l'asticella, lungi dall'aiutare i figli dei ceti più bassi, come i suoi promotori si auguravano, li ha invece condannati al frequente fallimento, mentre i rampolli di famiglie più facoltose riescono comunque a cavarsela.