Le traversate illegali nel Mediterraneo stanno tornando ai livelli prepandemici e l'Italia è impreparata ad affrontare una nuova stagione di migrazioni pilotate. Schermare il Mediterraneo, confine liquido e permeabile, richiede l'adozione di soluzioni polacche e australiane.
Le cronache degli ultimi giorni mostrano una preoccupante impennata di crimini commessi da immigrati: stupri, violenze, omicidi, rapine. La colpa, politiche lassiste e perdoniste. Il governo interverrà o i cittadini dovranno difendersi da soli?
Le rivolte nelle banlieue francesi dopo l'uccisione di un diciassettenne d'origine nordafricana da parte della polizia dimostrano che il multiculturalismo ha fallito. Ma l'elite continua a biasimare il "razzismo" e a negare la realtà. E l'Italia si sta avviando ciecamente sulla stessa china...
Le insensate aggressioni e attentati terroristici (spesso deliberatamente condotti contro i bambini) compiute da immigrati - rifugiati o di "seconda generazione" - hanno un denominatore comune: l'odio implacabile, feroce e ingiustificato per la società che li accoglie.
L'orrendo attacco terroristico di Annecy, con l'accoltellamento di quattro bambini in un parco giochi della città francese, è conseguenza della politica delle "porte aperte" nei confronti di profughi o sedicenti tali le cui attività poi non vengono monitorate.
Le etnie esistono e quella italiana esiste. Non è possibile eliminare questo concetto dal dibattito politico e molti commentatori italiani e stranieri, francesi in particolare, hanno affrontato questa tematica senza rinunciare a discutere del suo corollario più spinoso: la sostituzione etnica dei popoli europei
L’Ue, su proposta del Governo italiano, nomini un incaricato speciale per utilizzare tutti gli strumenti del potere nazionale e internazionale contro il nesso tra schiavitù moderna, tratta degli esseri umani e immigrazione illegale.
Ci sono ormai testimonianze cospicue e denunce da parte delle autorità locali di imponenti campagne di reclutamento di candidati alla migrazione clandestina, cioè al di fuori dei canali legali dei visti consolari e dell’offerta di lavoro anche stagionale.
L'Italia adotti determinate linee d’azione da concordare con l’Ue, l’Onu, gli Stati di provenienza e transito dei migranti nonché di bandiera delle navi Ong, passando dalla dimensione organizzativa e giuridica nazionale a quella multinazionale.
