Il 2019 che va concludendosi è stato il terzo anno di vita del Centro Studi Machiavelli, un’iniziativa sorta all’inizio del 2017 per dotare la Destra italiana d’orientamento sovranista di un pensatoio che covasse idee, riflessioni e progetti.

Quest’anno è uscito il primo libro targato Machiavelli, ossia Immigrazione. Le ragioni dei populisti del Presidente Daniele Scalea: una rassegna che, facendo riferimento ai dati, alle statistiche e agli studi più aggiornati, affronta le criticità dell’immigrazione di massa dal punto di vista demografico, sociale, culturale, economico e di sicurezza, sfatando molti dei miti “politicamente corretti”.

Dieci Dossier del Machiavelli sono stati prodotti quest’anno. Tre si sono occupati di delineare le strategie e l’andamento della politica interna del principale e più influente alleato dell’Italia, ossia gli Stati Uniti d’America. Rimanendo in ambito estero, altri report hanno indagato le prospettive dell’Isis apparentemente sconfitto e il significato della penetrazione tecnologico-commerciale della Cina in Italia. In merito alla nostra nazione, approfondimenti sono stati dedicati alla presenza della mafia nigeriana e alla politica interna: in particolare al voto giovanile alle Europee di maggio, all’inconsistenza delle accuse mosse contro l’allora Ministro Salvini dalla magistratura, a possibili adeguamenti della normativa che riguarda le Ong, all’evoluzione in senso nazionale della Lega.

I dieci Dossier sono stati presentati presso la Camera dei Deputati in altrettante conferenze stampa. Dei venti incontri e convegni promossi nel 2019 dal Centro Studi Machiavelli hanno fatto parte presentazioni di libri, discussioni sulle elezioni europee, dibattiti con relatori anche di carattere istituzionale (come gli allora Sottosegretari Lucia Borgonzoni, Luciano Barra Caracciolo, Guglielmo Picchi e Pina Castiello) o internazionale (gli americani Matthew Kroenig e Daniel Pipes e l’israeliano Dan Diker).

Alcuni degli incontri sono stati costituiti dalle prolusioni organizzate in occasione della presentazione dei membri del neo-costituito Consiglio Scientifico del Machiavelli, di cui oggi fanno parte cinque professori ordinari di chiara fama: gli storici Eugenio Capozzi e Marco Gervasoni, l’economista Aurelio Tommasetti, i giuristi Ginevra Cerrina Feroni e Giuseppe Valditara.

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Un’altra novità di quest’anno concerne il lancio di un blog, in cui con cadenza quotidiana si propongono riflessioni, commenti e interventi; gli oltre 100 articoli finora pubblicati hanno visto firme di politici (Gianni Alemanno, Simone Billi, Marco Maggioni), giornalisti (come Daniele Capezzone, Gianandrea Gaiani, Stefano Graziosi, Maria Giovanna Maglie) e intellettuali (tra i quali Paolo Becchi, Francesco Giubilei, Corrado Ocone, Paola Tommasi).

Il 2020 si prospetta come un anno stimolante per l’attività del Machiavelli. Nessun partito di Destra si trova più al governo della nazione: se ciò preclude molte possibilità di incidere sull’azione dell’esecutivo (come quando, negli ultimi mesi del 2018, il nostro pensatoio fu in prima linea nel denunciare i pericoli insiti nell’adesione al Global Compact on Migration fortemente voluta da Giuseppe Conte, e fortunatamente sventata dalla componente patriottica di quel governo), ancora lascia spazio a una valutazione critica, nel senso di oggettiva, di ciò che man mano proporrà il Conte Bis. Ancor più, l’esperienza dell’opposizione apre a una necessaria stagione di “introversione” della Destra italiana, di riflessione su sé stessa e sui contenuti del conservatorismo e del sovranismo, per aiutare nella gestazione di quella nuova filosofia politica che sta emergendo anche a livello internazionale. Lavorare inoltre su programmi d’azione concreta permetterà, quando partiti di Destra torneranno alla guida dell’Italia, di coadiuvarli nella riforma e nel rilancio della nazione, che oggi langue in una crisi sociale, economica e morale.