di Vittorio Perazzo Donnes e Fernando Vega Benedetti
L’inchiesta di qualche settimana fa del giornale spagnolo ABC riguardo al presunto rapporto finanziario fra Nicolás Maduro (allora ministro degli Esteri ed attuale presidente del Venezuela) ed il Movimento Cinque Stelle, aspettando i riscontri della Procura di Milano, solleva quanto meno la questione delle relazioni tra il partito italiano e il Venezuela.
È giusto e opportuno ricordare che nel curriculum di questo capo di Stato, il 26 marzo si è aggiunta una rilevante accusa della magistratura americana contro lui e i suoi più stretti collaboratori. I capi di imputazione che gravano su di lui sono: “Conspiracy to Possess Machineguns and Destructive Devices”, “Cocaine Importation Conspiracy” e “Possession of Machineguns and Destructive Devices”. Tutte e tre le fattispecie sono descritte nel United States Code.
Il quadro indiziario dimostra la convergenza tra diverse attività e centri di potere, quindi la loro frammentazione ed il conseguente pagamento di un pedaggio per salire nell’ascensore della corruzione. Fra i partecipanti protagonisti spiccano le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (F.A.R.C.): il loro rapporto comincia sotto l’egida ideologica della sinistra che li accomuna ed infine sbocca nel traffico di stupefacenti. Abbiamo pertanto un chiaro esempio del fenomeno noto come minaccia ibrida (cioè insorgenza, criminalità organizzata e corruzione), dove le F.A.R.C. svolgono ancora un ruolo importante per sostenere le immani spese della guerriglia che conducono da tantissimi anni, con un business che crea ricchezza ridistribuita tra i due rami. Per di più oggi l’Esercito di Liberazione Nazionale (E.L.N.) viene a giocare anche un ruolo importante, poiché si approfitta della smobilitazione di una parte delle F.A.R.C.
Nel caso di specie gli atti di corruzione diventano pericolosi per la tenuta delle istituzioni statali (si comprano consensi) ed economiche. Il Cartel de los Soles, il cui dominus sarebbe Nicolás Maduro, è il driver per i più variegati obiettivi: frode, riciclaggio di denaro, controllo del territorio, copertura delle attività illecite, consenso sociale. Tutto ciò è raggiungibile grazie alle fitte reti relazionali (net working) che si caratterizzano per una solida struttura sinallagmatica. Si deve rilevare che la D.E.A. (Drug Enforcement Administration) da anni era a conoscenza di un elenco di ufficiali delle Forze Armate Venezuelane entrati in connivenza con la criminalità organizzata, e l’ex Maggiore Generale Hugo Carvajal (oggi latitante) sarebbe uno dei narcogenerales e farebbe parte del Cartel de los Soles.
D’altronde, l’illegalità produce domanda di protezione e di credito. Tale fatto dimostra come le F.A.R.C. siano un gruppo criminale (multinazionale del crimine) dotato di “funzioni para statali” (offrono protezione).
Un altro dato in tal senso rilevante colto dal Grand Jury del US Southern District Court of New York sono i disposti 29 e 30 del “superseding indictment”, dove vengono indicate delle Forfeitures (confische) disciplinate nei titoli 18 e 21 del United State Code, concetto da tenere bene a mente in vista di una situazione di rilevante possidenza patrimoniale (come è il caso di Maduro). In base al combinato disposto dalle norme richiamate, si tratta in particolare di confische penali intese come una sanzione penale direttamente collegata alla persona dell’imputato (in personam).
Sebbene il contrasto giurisprudenziale non sia ancora risolto, la vita criminale di Nicolás Maduro e degli altri attori continuerà, è qualcosa fisiologico, ma gli interlocutori pentastellati dovrebbero procedere, senza nessun condizionamento psicologico, ad una valutazione e compressione del fatto innanzi descritto ed esposto. In effetti, dopo questo schema riepilogativo affinché si capisca un po’ di più la caratura del personaggio in discussione, si pone la domanda su quale sia il nesso che lega l’accusato con il Movimento Cinque Stelle. Quali sono gli interessi che perseguono? Profitto, potere negoziale, interdipendenza, o semplicemente è il riflesso culturale a unirli? Il giornalista Fausto Biloslavo afferma: “Se i grillini non hanno mai preso i soldi del Venezuela e il documento dell’intelligence che lo dimostrerebbe è falso, le foto e la realtà politica dei rapporti con il regime di Nicolas Maduro sono veri e autentici”.
In quest’ottica la familiarità fra i due schieramenti politici converge nella sinistra (quella che rappresentano il presidente venezuelano ed i pentastellati) più o meno comunista, che con la libertà non ha mai avuto dimestichezza. È subito chiaro ed è necessario ribadire che la suddetta libertà non significa fare qualsiasi cosa, ma fare o non fare quello che si deve fare. Questo approccio permette di stabilire un ordine mentale che giustifica un ragionamento, quindi si estrae un’interpretazione coerente e non distorta della realtà. In particolare di un regime che si contraddistingue per la corruzione, il ruolo del narcotraffico nel sostegno al terrorismo internazionale, e soprattutto la destabilizzazione verso i governi democraticamente eletti.
Laureato in Giurisprudenza (Universidad de Los Andes, Cile) con Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata (Università di Pisa) e Master in Antiterrorismo Internazionale (Università degli Studi Niccolò Cusano – Telematica Roma), è docente di Diritto Costituzionale all’Accademia di Scienze di Polizia dei Carabinieri cileni.
Laureato in Giurisprudenza (Università Cattolica di Salta, Argentina) con Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata (Università di Pisa). Studia le dinamiche criminali a livello internazionale.
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