di Alberto Basile
In seguito agli sviluppi della crisi di governo, Mario Draghi ha ricevuto da Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo. Dopo lo squallido fallimento della trattativa tra PD, Movimento 5 Stelle e Italia Viva per la formazione di un nuovo esecutivo Conte, Mattarella ha ripreso in mano la crisi e ha giocato la sua carta: no elezioni e incarico a una figura di alto profilo.
Sebbene l’opzione preferita dal Centro-Destra, giustamente, sarebbe stata quella delle elezioni anticipate, spetta al Capo dello Stato prendere tale decisione, per cui dobbiamo ragionare partendo da questo dato di fatto e analizzando la realtà fattuale. Non possiamo limitarci a invocare le elezioni se queste ultime non sono per il momento all’orizzonte.
L’incarico a Mario Draghi mette il Centro-Destra di fronte alla scelta sull’appoggio o meno al suo possibile esecutivo ed è evidente che il rischio di spaccare la coalizione sia molto alto. Da un lato Forza Italia è propensa a sostenere un nuovo governo guidato da Draghi, dall’altro Fratelli d’Italia sembra chiudere in maniera decisa. In mezzo sta la Lega, nella quale alcuni esponenti come Giorgetti hanno una posizione di maggiore apertura nei confronti di un governo Draghi sostenuto da un’ampia maggioranza. La posizione di Salvini sembra essere la seguente: nessuna chiusura pregiudiziale nei confronti dell’ex direttore della BCE, bisogna ascoltare le proposte del premier incaricato e poi valutare.
Salvini ha affermato che bisogna dare priorità al piano vaccinale e ai progetti per gestire i fondi del Recovery Fund. Inoltre ha indicato come condizioni essenziali per un possibile appoggio la difesa di ‘quota 100’ e il no a qualsiasi aumento di tasse, sottolineando infine che auspica un governo non tecnico ma costituito da esponenti politici. Tutto ciò ci sembra ragionevole e condivisibile; staremo a vedere.
Sebbene il Centro-Destra avrebbe preferito ricorrere alle urne, non bisogna cadere nella trappola di fare esclusivamente da spettatori alle vicende del governo Draghi. Bisogna giocare la partita, assumersi delle responsabilità. Il pericolo di disgregare la coalizione è alto, ma quello di lasciare spazio ad altre forze politiche e subire passivamente questa fase è ancora maggiore. Da tale punto di vista mi sembra fondamentale un’altra riflessione di Salvini, ossia che l’ipotetico governo Draghi debba avere un orizzonte temporale ben preciso e che accompagni il paese alle elezioni in tempi brevi (1 anno?) per ristabilire appena possibile la normalità democratica, ovverosia quella di un governo investito del consenso popolare.
Confidiamo nella saggezza dei leader del Centro-Destra affinché antepongano in questo momento l’interesse del Paese a quello della propria fazione. Se Mario Draghi si presentasse con idee condivisibili e un governo politico caratterizzato da un orizzonte temporale limitato, le forze di Centro-Destra dovrebbero sostenere questo tentativo e condizionarne l’opera. Per il momento, non possiamo che gioire per la fine dell’esperienza del Conte bis…
Classe 1988, dottore in Lingue straniere (Università Cattolica di Milano). Poliglotta ma sempre profondamente legato al proprio Paese, si reputa un liberale conservatore e realista. Lavora in ambito commerciale per un marchio italiano del lusso.
Sono d’accordo con Basile