di Alberto Basile
Diciamo la verità: nessuno di noi vorrebbe trovarsi in questi giorni nei panni di Matteo Salvini. Dopo la scelta coraggiosa di appoggiare il governo Draghi e di portare la Lega in Italia e in Europa su posizioni che Marcello Veneziani ha definito di “sovranismo maturo e realista”, Salvini si ritrova a sostenere un governo di cui fanno parte Speranza, Lamorgese, Di Maio e Orlando. Certo la Lega ha ottenuto, soprattutto con Giorgetti, dei ruoli importanti all’interno dell’esecutivo, ma la riconferma di certi ministri del precedente governo giallo-rosso nella squadra di Draghi è un boccone amaro e ci saremmo sicuramente aspettati maggiore discontinuità col passato. Se pensiamo che la Lega è ampiamente il primo partito in Italia e che il Centro-Destra oggi, secondo tutti i sondaggi, vincerebbe agevolmente le elezioni, non possiamo non rammaricarci di dover condividere le responsabilità di governo con i più impresentabili esponenti della Sinistra populista. Ma tant’è.
Serviranno nei prossimi mesi una grande dose di pazienza e di capacità di compromesso affinché i radicali contrasti che naturalmente si verranno a creare non diventino un gioco al massacro che immobilizza il governo. Vedremo quanto Mario Draghi riuscirà a tenere insieme le diversissime componenti di questa maggioranza allargata. A tal proposito si noti che la scelta della Lega di partecipare all’esecutivo ha spiazzato molto gli avversari politici, i quali stanno rispondendo e risponderanno nelle prossime settimane con continue provocazioni nei confronti della Lega e di Salvini, col fine di provocare una reazione scomposta da parte di questi ultimi per poi poterli attaccare e accusare di irresponsabilità ed estremismo. Il titolo di “Repubblica” del 16 Febbraio “La Lega è già un problema” la dice lunga su quanto i media mainstream cercheranno di mettere in cattiva luce l’opera del partito di Salvini.
La Lega non ha nessun esame di maturità da passare, essa è pienamente legittimata a far parte di questo governo e di cercare di evidenziare le proprie priorità e i propri temi. Sicuramente ci saranno dei rospi da ingoiare, il primo dei quali è stato l’improvviso divieto all’apertura degli impianti da sci, giunto fuori tempo massimo e che condanna gli operatori e i lavoratori del settore a danni ingentissimi. Bene ha fatto il ministro Garavaglia ad alzare la voce e a criticare il ministro Speranza. La Lega dovrà ribattere punto su punto e far sentire la propria voce ogni qualvolta verranno prese decisioni in netto contrasto con le posizioni del movimento di Salvini e del Centro-Destra, come la difesa dell’interesse nazionale, la tutela delle categorie produttive e la difesa dei confini.
È difficile dire sin da ora cosa non saremo mai e poi mai disposti ad accettare: in politica, si sa, vige la legge del ‘mai dire mai’ e, come direbbero i machiavellici, pacta non sunt servanda. Bisognerà capire strada facendo se l’azione del governo stia effettivamente portando risultati positivi e quanto la Lega e Forza Italia riescano ad influenzare le scelte dell’esecutivo sui temi chiave. Ci appelliamo alla capacità politica di Matteo Salvini e degli altri leader del Centro-Destra affinché siano capaci di massimizzare i risultati positivi della loro presenza al governo, riducendo al minimo i rischi che la convivenza forzata con partiti radicalmente diversi inevitabilmente comporta. Servirà di volta in volta un approccio profondamente realista e una grande forza morale che permetta di anteporre in questa fase il bene della Nazione agli interessi particolari. Dobbiamo essere all’altezza della sfida e nel contempo prepararci alle prossime scadenze elettorali che, prima o poi, arriveranno e che confidiamo porteranno alla vittoria un Centro-Destra autorevole e affidabile.
Classe 1988, dottore in Lingue straniere (Università Cattolica di Milano). Poliglotta ma sempre profondamente legato al proprio Paese, si reputa un liberale conservatore e realista. Lavora in ambito commerciale per un marchio italiano del lusso.
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