di Trader

Secondo il motto eurofederalista, ”l’Europa verrà forgiata dalle crisi e sarà la somma delle politiche adottate per risolverle”; seguendo alla lettera le parole di Jean Monnet, la Commissione Europea guidata dalla tedesca Von der Leyen si è immediatamente mobilizzata per organizzare un approccio sovranazionale e centralizzato alla questione vaccini, in modo da evitare una ‘‘controproducente competizione tra Stati nazionali”.

Al 23 Febbraio 2021, il tasso di vaccinati per popolazione è il seguente:

  • Israele con quasi il 90%
  • Emirati Arabi al 57%
  • Gran Bretagna al 27%
  • USA al 20% (giusto in caso a qualcuno venga in mente di giustificare la Commissione Europea con il fatto che la popolazione complessiva UE è notevole)

Dosi di vaccino somministrate ogni 100 persone

La superpotenza UE invece è al 6%, più vicina a Brasile, Messico e Bangladesh che al resto dei Paesi ”ricchi”. Si possono tranquillamente distinguere tre gruppi di Paesi: chi si può permettere campagne di vaccinazione estese, chi non se le può permettere, e l’Unione Europea.

Ancora più imbarazzante è il confronto quando si parla di tasso di vaccinazione giornaliero.

Dosi di vaccino somministrate giornalmente ogni 100 persone

I Paesi del blocco UE vanno peggio di Serbia, Cile, Turchia, Marocco.

I risultati della pomposa “European Health Union” sono sotto gli occhi di tutti:

  • centri per la vaccinazione vuoti, causa carenza dei vaccini stessi;
  • una polemica inutile con i produttori Astra-Zeneca;
  • la Commissione Europea costretta a prendere in considerazione il vaccino russo Sputnik (il primo uscito), salvo poi ricordarsi di non poter cedere una vittoria morale al Presidente Putin;
  • l’umiliazione di vedere la Gran Bretagna, appena uscita dall’Unione, attivare una delle più efficienti campagne di vaccinazione al mondo, insieme ad Israele.
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Quest’ultimo dato di fatto dimostra come la realtà sia in totale contrasto con la narrativa trionfale europeista. Si è passati dallo sfottò da stadio ”ma ve la immaginate l’Italietta con la liretta a trattare per i vaccini?” a un silenzio frutto dell’imbarazzo nel vedere quel Paese che ha abbandonato il ”sogno europeo” dimostrarsi efficiente proprio grazie alla snellezza garantita dalla moneta nazionale e dal non dover fare i conti con le lungaggini burocratiche sovranazionali.

Al ritmo attuale, la Gran Bretagna avrà raggiunto una percentuale sufficiente di vaccinati da poter riaprire il Paese per l’estate. Quei Paesi invece che hanno scelto la strada della limitazione della sovranità nazionale, perché la propria elite si è autoconvinta che ”sfide globali necessitano di risposte globali”, rischiano di vedere i ”miopi sovranisti britannici” tornare alla normalità con mesi di anticipo.

A questo è necessario poi aggiungere una nota sulla prontezza con cui l’Unione Europea ha messo risorse a disposizione degli Stati per fronteggiare la crisi economica derivante dalla pandemia. Qualcuno ha per caso toccato con mano la ”pioggia di miliardi” della potenza di fuoco europea del Recovery Fund? Magari lo si farà per fine 2021, con i vaccini. Intanto il declino continua.

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