di Álvaro Peñas e José Papparelli
Prima o poi doveva succedere. Ora i leader dei partiti patriottici, divisi tra le famiglie politiche del Parlamento europeo, hanno annunciato la firma di un accordo unitario per contrastare il pensiero unico dettato da Bruxelles.
Viktor Orban, Marine Le Pen, Santiago Abascal, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Jaroslaw Kaczynski, tra gli altri leader di sedici partiti, hanno firmato una dichiarazione congiunta che rifiuta il “centralismo burocratico” che verrà imposto dall’Unione Europea con l’obiettivo di “trasformare le istituzioni europee in organismi al di sopra delle istituzioni costituzionali nazionali” e attaccare la sovranità e l’identità nazionali.
Santiago Abascal ha annunciato venerdì che VOX si unisce all’accordo “in difesa di un’Europa di nazioni libere e sovrane che rispettano la loro storia e tradizioni. Non vogliamo un’Europa federale dove tutte le decisioni sono prese a Bruxelles!”.
Matteo Salvini ha scritto sul suo account “Twitter”: “La Lega ha firmato una carta dei valori per immaginare un futuro per l’Europa basato sulla libertà e l’identità piuttosto che sulla burocrazia e l’omologazione. Il documento, firmato da partiti appartenenti a tre diversi gruppi del Parlamento europeo, è un altro passo verso la costruzione di un’alleanza forte e larga e un’alternativa alla Sinistra che vuole tasse e immigrazione selvaggia”.
Da parte sua, Marine Le Pen ha condiviso che “l’unificazione dei patrioti europei è in corso: insieme ai partiti patriottici più influenti del continente, stiamo ponendo la prima pietra di una grande alleanza nel Parlamento europeo”.
Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha dichiarato che l’attuale Unione Europea “cerca una dittatura della maggioranza, prevaricando le particolarità nazionali per imporre un’agenda globalista e politicamente corretta che attacca tutto ciò che ci caratterizza e definisce come persone e come popoli: identità, famiglia, confini, libertà di educazione, merito, responsabilità”.
Jaak Madison, eurodeputato del Partito Popolare Conservatore Estone (ECRE), ha firmato a nome del suo partito: “Questa è la base per un possibile nuovo gruppo politico nel Parlamento Europeo, che sarebbe uno dei più grandi e in cui polacchi, ungheresi, danesi, italiani e rappresentanti di molti altri Paesi lavorerebbero insieme”.
L’accordo, noto come “Appello per il futuro dell’Europa”, “mira a dare voce a coloro che non si riconoscono nel pensiero unico, tenendo conto delle attuali famiglie politiche a cui ognuno appartiene”. È il primo passo annunciato e atteso verso l’accordo politico dei partiti patriottici – conservatori, identitari e sovranisti – che muove i primi passi.
Tutti i partiti firmatari (tranne Fidesz, che non ha aderito a nessun gruppo politico dopo aver lasciato il Partito Popolare Europeo), appartengono ai due principali gruppi patriottici del Parlamento Europeo: Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e Identità e Democrazia (ID). Spicca l’assenza di alcuni partiti “pesanti” di ID, come il Partito della Libertà di Geert Wilders o Alternativa per la Germania (AfD). Nel caso di Wilders, un politico con stretti legami con Marine Le Pen e Viktor Orbán, ha probabilmente pesato la presenza di un altro partito olandese, JA21. Il caso tedesco è più complesso, poiché all’ultimo congresso AfD ha incluso nel proprio programma l’uscita della Germania dall’UE , anziché la riforma del modello europeo, cosa che potrebbe rappresentare un serio ostacolo.
La dichiarazione è solo un primo passo su una lunga strada da percorrere. Vedremo quindi se altri partiti che fanno parte di ECR e di ID aggiungeranno le loro firme al documento, e se lo faranno anche alcuni partiti dell’Europa centrale e orientale che fanno parte del Partito Popolare Europeo.
Al momento, questi sono i firmatari della dichiarazione:
- Austria: Partito della Libertà dell’Austria (FPÖ)
- Belgio: Vlaams Belang (VB)
- Bulgaria: Bălgarsko nacionalno dviženie (Movimento Nazionale Bulgaro, VMRO).
- Danimarca: Dansk Folkeparti (Partito Popolare Danese, DF)
- Estonia: Eesti Konservatiivne Rahvaerakond (Partito Popolare Conservatore Estone, EKRE)
- Finlandia: Perussuomalaiset (Partito dei Finlandesi, PS)
- Francia: Rassemblement National
- Grecia: Ellinikí Lýsi (soluzione greca, EL)
- Italia: Fratelli d’Italia
- Italia: Lega Per Salvini Premier
- Lituania: Lietuvos lenkų rinkimų akcija (Azione elettorale polacca della Lituania)
- Paesi Bassi: Ja21
- Polonia: Prawo i Sprawiedliwość (Legge e Giustizia, PiS)
- Romania: Partidul Național Țărănesc Creștin Democrat (PNT-CD)
- Spagna: VOX
- Ungheria: Fidesz
(Fonte: “El Correo de Espana” tramite European Media Cooperation)
Redattore de "El Correo de España".
Giornalista italo-argentino. Formatosi in Scienze della comunicazione e management culturale, è un analista della vita politica, sociale e culturale. Lavora con "Radio Ya" ed è specializzato nello studio storico del patrimonio ispanico nelle Americhe.
“Non vogliamo un’Europa federale dove tutte le decisioni sono prese a Bruxelles!”
C’è un errore. Non intendevi ‘centralista?’