di Dean Cheng

(Traduzione autorizzata da: Heritage Foundation)

I cieli sono un po’ più affollati, all’inizio del 2022. Ci sono più giocatori, più sistemi in orbita… e più minacce.

L’attivismo cinese

La Repubblica Popolare Cinese ha notevolmente ampliato il suo ruolo nello spazio. L’ultima settimana del 2021, gli astronauti cinesi della stazione spaziale “Tiangong” si sono impegnati in una passeggiata spaziale di sei ore, la più lunga mai effettuata da astronauti cinesi. Il ritmo delle attività di volo spaziale con equipaggio cinese ha accelerato bruscamente da quando Pechino ha dispiegato la propria stazione spaziale. I voli spaziali con equipaggio sono passati da uno ogni due o tre anni a uno ogni sei mesi.

Un attore a sorpresa: gli Emirati Arabi Uniti

Nel frattempo, tre veicoli spaziali sono entrati nell’orbita marziana l’anno appena passato. Mentre le missioni americane e cinesi hanno raccolto la maggior parte dell’attenzione, la prima navicella ad entrare in orbita è stata quella degli Emirati Arabi Uniti. Il fatto che la missione “Speranza” sia stata lanciata da un razzo giapponese sottolinea che ci sono sempre più attori nel settore spaziale. Molti di questi nuovi attori non solo useranno lo spazio (ad esempio acquisendo un satellite), ma produrranno sistemi spaziali, pianificheranno missioni e forniranno vari servizi spaziali.

Protagonisti non statali: SpaceX

Né tutti questi attori saranno necessariamente Stati nazionali. La società americana “SpaceX” ha lanciato nel 2021 tanti o più satelliti di quanto fatto dalla maggior parte delle agenzie spaziali nazionali. I suoi 31 lanci rappresentano una quota significativa dei circa 170 intrapresi globalmente nel 2021 e superano le attività russe ed europee. SpaceX continua a segnare altre pietre miliari. “Starlink”, la sua rete di accesso a Internet via satellite, ha ora una costellazione di 1.700 satelliti. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se non fosse riuscita ad abbattere i costi di lancio. Il “Falcon-9” che ha lanciato una capsula di rifornimento “Dragon” per la Stazione Spaziale Internazionale ha segnato il 100° atterraggio di successo di un primo stadio di SpaceX. Il Falcon-9 offre ciò che lo “Space Shuttle” aveva solo promesso: un veicolo spaziale veramente riutilizzabile, con gli enormi risparmi che ne derivano.

L’importanza dei sistemi di posizionamento

La proliferazione di internet basata sullo spazio riflette a sua volta la crescente dipendenza degli affari terrestri da un’ampia gamma di capacità spaziali. Le comunicazioni internazionali hanno impiegato a lungo i satelliti per collegare oceani e distese continentali. Ma è nel regno dei satelliti di “posizione, navigazione e misurazione del tempo” che il commercio è diventato veramente dipendente dallo spazio. Tali satelliti di posizionamento, navigazione e misurazione del tempo, il più famoso dei quali è la rete di navigazione satellitare americana GPS, permettono ai consumatori di seguire i loro pacchi dalla bottega di Babbo Natale alle destinazioni finali.

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Quegli stessi satelliti giocano un ruolo essenziale nel mantenere sincronizzati i ripetitori dei cellulari e le stazioni di pompaggio che sostengono il flusso di petrolio e gas naturale. Le case sono riscaldate e le fabbriche mantenute in funzione grazie all’ormai onnipresente segnale di sincronizzazione spaziale.

La Cina è ora apertamente in competizione con gli Stati Uniti in questo campo, poiché il sistema cinese “BeiDou” è incorporato nei progetti della Belt and Road Initiative in tutto il mondo.

Guerra spaziale

Non tutto è pacifico nei cieli, però.

La Russia nel corso del 2021 ha testato un’arma antisatellite che ha generato un enorme campo di detriti. Già i frammenti di quel test hanno costretto gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale a mettersi al riparo. Ironicamente, molti di quegli astronauti sono russi, sottolineando la realtà che i cattivi attori potrebbero non preoccuparsi delle conseguenze delle loro azioni, anche se mettono a rischio la loro stessa gente.

Nel frattempo, la Cina ha testato un’arma ipersonica con caratteristiche allarmanti. A differenza delle tipiche testate di missili balistici intercontinentali, il veicolo ipersonico cinese è apparentemente andato in orbita prima di lanciare un veicolo più piccolo e quindi colpire un obiettivo sulla Terra. La decisione di mettere il sistema in orbita comporta che, in futuro, ogni satellite cinese dovrà essere considerato un potenziale vettore di armi ipersoniche – con conseguenze disastrose per la stabilità d’ogni crisi.

Per quanto il test russo antisatellite sia stato irresponsabile, Mosca e Washington per decenni hanno capito che per stabilizzare le crisi bisognasse porre limiti alle azioni di ciascuna parte. Meglio rinunciare a certe capacità che potrebbero, in occasione d’una crisi, creare correnti ascensionali che la mandano fuori controllo. I cinesi sembrano avere pochi scrupoli del genere.

Questi sviluppi sono solo alcuni punti salienti della crescente rilevanza dello spazio per le attività e la politica terrestri. L’ultima frontiera godrà di sempre maggiore considerazione nei prossimi anni e decenni.

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Ricercatore Senior presso Heritage Foundation (Washington DC, USA), inquadrato nello Asian Studies Center e nel Davis Institute for National Security and Foreign Policy. Esperto di politica estera e affari militari della Cina. In precedenza ha lavorato come analista per Science Applications International Corp. (SAIC), Center for Naval Analyses e Congresso degli Stati Uniti d'America. Laureato in Politica presso la Princeton University.