Il primo Convegno Machiavelli Difesa — Daniele Scalea a Radio Libertà
Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è intervenuto ai microfoni di Radio Libertà per discutere con PierLuigi Pellegrin del primo Convegno Machiavelli Difesa.
Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli, è intervenuto ai microfoni di Radio Libertà per discutere con PierLuigi Pellegrin del primo Convegno Machiavelli Difesa.
Nel Dossier n. 37 Nicola De Felice discute le linee politico-strategica secondo cui l'Italia deve riorganizzare la propria Difesa, alla luce tanto della guerra russo-ucraina quanto del previsto aumento delle spese militari.
Si inaugura un nuovo formato di evento. La traccia generale, per questo primo Convegno Difesa, sarà l'aumento delle spese militari: il raggiungimento del 2% del PIL, richiesto da anni a livello NATO, dovrà avvenire (secondo Governo e Parlamento) entro il 2028.
Nel suo primo Convegno Annuale Difesa (il 13 luglio a Roma), il Centro Studi Machiavelli vuole promuovere un dibattito sul tema: "Aumentano le spese militari. Immaginare la Difesa del futuro".
Per lo Stato italiano, lo spazio prevalente è il mare. Eppure abbiamo una Marina cenerentola tra le Forze Armate, sia in termini di personale sia di spesa.
L'enorme espansione della forza nucleare cinese, insieme ai rapporti su un nuovo bombardiere intercontinentale, suggerisce che Pechino stia abbandonando la posizione di deterrenza nucleare minima.
Difficile negare l’opportunità di accordi a livello europeo nel settore della Difesa, ma per l’appunto accordi, non vendite che finiscono per danneggiare i soggetti nazionali in grado di competere nel mondo cedendo nel contempo un patrimonio di esperienze difficilmente replicabili.
È da settembre che si assiste - attraverso pubblicazioni, conferenze istituzionali e non, articoli della stampa ed interventi dei media nazionali - alla riproposizione di un tema caro all'agenda europea: l'esercito europeo.
Se altri Stati utilizzano la NATO per contrastare eventuali mire espansionistiche russe, l'Italia, per le sue esigenze di stabilità strategica in Libia, potrebbe ricorrere a forze europee, laddove la NATO ha perso l’interesse geopolitico (cioè nel Mediterraneo).