L’equivoco sul «vero comunismo» e la famiglia tradizionale
Il comunismo originario di Marx ed Engels è un vero e proprio femminismo ante-litteram, corretto solo "in corso d'opera" dai dittatori come Stalin, in senso che appare quasi "fascista"
Il comunismo originario di Marx ed Engels è un vero e proprio femminismo ante-litteram, corretto solo "in corso d'opera" dai dittatori come Stalin, in senso che appare quasi "fascista"
Non lo scontro fra i sessi, ma la collaborazione tradizionale fra maschio e femmina può risolvere i problemi della nostra era.
I risvolti mediatici dello spot "La Pesca" dell'Esselunga e dell'affaire Giambruno mostrano come la nostra società ha preso una piega sempre più egocentrica, segno di un pensiero adolescenziale che non riesce a diventare adulto.
Il Giornale del 22 agosto 2023 cita Daniele Scalea sul caso Vannacci. L'articolo, a firma di Francesco Giubilei, dà conto delle voci che si sono alzate per difendere il militare sotto attacco dopo la pubblicazione del libro "Il mondo al contrario".
Il populismo è la bestia nera della tecnocrazia europea perché basa se stesso sulla legittimazione popolare. I suoi avversari preferiscono addirittura limitare il diritto di voto degli elettori pur di impedire ai popoli di potersi liberamente esprimere su questioni fondamentali come la famiglia, l'economia, la guerra e la pace.
"Conservare l'anima" è un ottimo manuale spirituale per chi vuole essere rivoluzionario. Insegna, tra le altre cose, che non basta conservare ma bisogna saper difendere: letteralmente, respingere il nemico. In politica, sapergli opporre una contro-narrazione, una visione alternativa del mondo.
Pomo della discordia è la condizionalità della concessione dei fondi al rispetto dello stato di diritto. Quello che il 90% dei giornali non vi dirà mai è che nello “stato di diritto” sono inclusi in modalità ormai irreversibile i soliti immancabili diritti lgbt.
Siete abituati a parole di uso molto comune come “moglie”, “marito”, “fidanzato”, “fidanzata” o “poliziotto”? Male, molto male. A bacchettare questa vostra obsoleta e solo apparentemente innocua abitudine è nientemeno che l’ONU. Sì, perché il linguaggio che quasi inconsapevolmente ponete in essere, ancorché vetusto, è in primo luogo discriminatorio
Rimbalzò su giornali e social network l’immagine della senatrice del Pd Monica Cirinnà che brandiva un cartello con lo slogan di cattivo gusto “Dio, patria, famiglia: che vita de m...a”. Alla luce delle azioni del Governo Conte bis, è lecito chiedersi: quel cartello impugnato dalla Cirinnà era per caso un manifesto politico?