Decifrare la posizione di Putin nell’intervista a Tucker Carlson
L'intervista rilasciata dal presidente russo Putin al giornalista statunitense Tucker Carlson va letta in filigrana, cogliendo aspetti non immediatamente evidenti.
L'intervista rilasciata dal presidente russo Putin al giornalista statunitense Tucker Carlson va letta in filigrana, cogliendo aspetti non immediatamente evidenti.
L'offensiva asimmetrica di Anṣār Allāh ha messo in luce tutte le fragilità e le contraddizioni della globalizzazione. Ma ha anche ricordato, nuovamente, che la coesione dell'Occidente è mera apparenza. Gli interessi di Russia, Cina e Iran nella partita per il Mar Rosso.
La deriva pro-palestinese cui assistiamo in troppe piazze europee e occidentali in generale, potrebbe rivelarsi un pericoloso cavallo di Troia per l'integralismo islamico.
La Cina ha compreso lo sterminato potenziale degli influencer, gli opinion maker delle nuove generazioni, arruolandoli nella sua lotta a due direttrici per l'egemonia globale: nazionalizzazione delle masse in patria, liquefazione sociale in Occidente e dintorni.
Alla fine della Guerra Fredda l'aspettativa diffusa era che il modello politico, economico e culturale occidentale si sarebbe affermato a livello planetario. A distanza di trent'anni quella previsione si è rivelata completamente sbagliata.
Ecco il discorso cheha suscitato le proteste della Sinistra internazionale, che ha accusato il Primo Ministro ungherese di "razzismo". Lasciamo ai lettori la possibilità di giudicare integralmente il documento originale, senza versioni di comodo o frasi estrapolate dal contesto.
La democrazia ed il capitalismo sono consustanziali alla Civiltà occidentale. Tale Civiltà ha superato prove storiche terribili e sconfitto nemici formidabili, pertanto non è da escludere che possa e debba superare anche l’attuale fase di oggettiva decadenza.
Ubriaco di positivismo razionalista e di ateo socialismo materialista l’uomo bianco per un po’ ha creduto che il peso della religione negli affari umani fosse destinato all’eterna vestigialità.
L’Occidente di oggi affronta i suoi nemici con guerre a “mezza misura”, in cui manca la volontà d'annientare il nemico. Dal 1945 ad oggi così ha perso posizioni su posizioni pur vincendo battaglie su battaglie.