Bomba alla Sinagoga di Roma, 1982: il Governo sapeva ma lasciò fare?
Nuovi documenti, recentissimamente pubblicati dal "Riformista", sull’attentato del 9 ottobre 1982 alla Grande Sinagoga di Roma, stanno creando serio imbarazzo istituzionale.
Nuovi documenti, recentissimamente pubblicati dal "Riformista", sull’attentato del 9 ottobre 1982 alla Grande Sinagoga di Roma, stanno creando serio imbarazzo istituzionale.
Lo scorso 17 maggio la Garde Nationale tunisina ha reso noto di aver arrestato uno dei terroristi accusati dell’attentato al Museo del Bardo nel 2015. Il soggetto in questione, di cui non sono state rese note le generalità, era a bordo di una delle imbarcazioni al largo della costa di Sousse e dirette in Italia.
Il Premier francese Emmanuel Macron e il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz prendono di petto l’islam politico, già in più occasioni definito come “islamismo separatista” e indicato come un pericolo per l’unità nazionale, la libertà e la democrazia.
La questione dell'immigrazione in Europa, con i fallimenti del multiculturalismo, e la frattura all'interno della società americana, che rischia di polarizzarsi anche sul piano etnico, uniscono il destino del continente nordamericano e di quello europeo. In futuro dovranno affrontare un identico problema: un conflitto di civiltà che potrebbe pericolosamente esplodere al loro interno.
Non vi sono filtri, entra chiunque, terroristi inclusi che non si lasciano certa scappare la ghiotta opportunità di arrivare indisturbati in Europa grazie al lassismo italiano. Chissà quanti altri terroristi sono già entrati ed aspettano soltanto il giusto input per passare all’azione.
Nelle ore trascorse dopo la spaventosa mattanza di Nizza ne abbiamo sentite di tutti i colori dai soliti noti. Vale però la pena rivolgere uno sguardo, e riservare una preghiera, a chi ha pagato suo malgrado il prezzo più alto per le scelleratezze di altri.
La Francia è dunque diventata oggetto di una spirale di violenza per mano di quell’islamismo che non gradisce la libertà di pensiero, di espressione e di satira e che è pronto a uccidere e a diffondere propaganda di odio nel momento in cui vengono presi di mira Maometto o “il santo protettore degli islamisti” Erdogan.
Un aspetto da non sottovalutare è l’elemento Pakistan, visto che è proprio questo il Paese islamico dove a inizio mese sono scoppiate le proteste più infuocate contro la Francia, in risposta alla nuova pubblicazione delle vignette. La grande eco in Pakistan può aver svolto un ruolo fondamentale
Nel caso della liberazione della Romano non sembra essersi trattarto di “linea morbida” verso i sequestratori. Una trattativa fine a sé stessa, senza il recupero della somma versata e la neutralizzazione dei terroristi non è una “linea morbida”, ma una semplice resa al terrorismo, cosa inaccettabile.